A causa dell’inquinamento delle città e metropoli asiatiche la popolazione compra l’aria respirabile dal Canada
Chi l’avrebbe mai pensato che il vecchio detto “tra poco pagheremo pure l’aria che respiriamo” sia diventato realtà. Ebbene, nelle grandi città nel nord est e sud della Cina, dove l’inquinamento ha raggiunto livelli a dir poco elevatissimi, tanto che i centri cittadini risultano coperti da una fitta cappa di smog tale da rendere invisibili perfino gli edifici, la popolazione è costretta a comprare (si dico proprio comprare) bombolette riempite d’aria “pulita”.
La società canadese che “imbottiglia” l’aria si chiama Vitality Air (fondata l’anno scorso nella cittadina di Edmonton) e afferma di prelevarla dalla incontaminata Rocky Mountains, una delle più vaste catene montuose della Terra.
Il co-fondatore della società, Moses Lam, ha dichiarato che inizialmente sono state vendute 500 confezioni di aria fresca in 4 giorni; successivamente sono diventate migliaia!
Il costa di ognuna è di 100 yuan (10 euro circa), 50 volte il costo di una normale acqua minerale in Cina.
A fare la scorta di aria, spiega il rappresentante in Cina della società canadese, Harrison Wang, sono soprattutto donne che la comprano per le loro famiglie o per fare addirittura regali, ma anche anziani e locali notturni.
Ma la commercializzazione dell’aria sembra non sia una cosa del tutto recente. Infatti l’anno scorso l’artista Liang Kegang guadagnò ben 512 sterline vendendo un bicchiere riempito con aria presa da un viaggio nel sud della Francia. Mentre nel 2013 il multimilionario Chen Guangbiao ha venduto barattoli di aria presa nelle regioni meno industrializzate della Cina, chiedendo per ognuno 5 yuan, cioè 50 centesimi.