La Nasa ha misurato i livelli di inquinamento della Terra attraverso nuove mappe satellitari ad alta risoluzione. Tra i territori più inquinati, anche la Pianura Padana
La mappa mondiale che giunge dallo spazio non lascia alcun dubbio: Stati Uniti, Europa, Cina, Sudafrica e Medio Oriente sono i principali Paesi che emettono più biossido di azoto, un gas sprigionato dagli scarichi delle auto, dalle centrali elettriche e più in generale dalle attività industriali. A misurarlo, scattando una vera e propria fotografia dell’inquinamento del pianeta, è stata la Nasa attraverso nuove mappe satellitari ad alta risoluzione. L’analisi è stata condotta per 10 anni e ha interessato diverse zone del globo e 195 città.
I risultati sono stati presentati nel corso del meeting dell’American Geographysical Union di San Francisco e pubblicati sul ‘Journal of Geophysical Research’. “I cambiamenti della qualità dell’aria osservati non sono casuali – spiega Bryan Duncan, scienziato del Nasa Goddard Space Flight Center di Greenbelt (Maryland), che ha guidato la ricerca – Nei dati si vede l’impatto di decisioni governative come le nuove costruzioni o la regolamentazione degli agenti inquinanti“. Le informazioni analizzate dal team di Duncan riguardano il periodo 2005-2014 e i dati sono quelli registrati dagli strumenti a bordo del satellite Nasa ‘Aura’.
Il biossido di azoto è una delle sostanze prese maggiormente in considerazione dal monitoraggio ed è importante perché a livello del suolo può trasformarsi rapidamente in ozono, uno dei principali inquinanti che si respirano nello smog urbano. “Con i nuovi dati ad alta risoluzione siamo in grado di ingrandire l’immagine fino a vedere i cambiamenti del livello di inquinamento nelle singole città, e anche in alcune fonti, come per esempio le centrali elettriche di grandi dimensioni“, spiega Duncan. Usa ed Europa sono tra i principali responsabili delle emissioni di anidride carbonica, ma sono anche le aree in cui tra il 2005 e il 2014 si è osservata la diminuzione più drastica: dal 20% al 50% negli Usa, e del 50% nel Vecchio continente.
Per gli esperti il calo in questione è dovuto alle nuove leggi ambientali che hanno imposto miglioramenti tecnologici per ridurre l’inquinamento delle auto e degli impianti industriali. In Cina, invece, si è registrato un aumento, soprattutto nella zona Nord del Paese. “In studi precedenti avevamo osservato tendenze apparentemente contraddittorie – ricorda Anne Thompson, coautrice del lavoro – Finché non abbiamo avuto questa nuova visione spaziale, la questione è rimasta un mistero“. In Medio Oriente, dal 2005, si è registrato un aumento dei livelli di biossido di azoto in Iraq, Kuwait e Iran, probabilmente dovuto alla crescita economica. In Siria, per contro, le emissioni sono diminuite a partire dal 2011, forse a causa della guerra civile che ha interrotto l’attività economica e provocato milioni di sfollati.
Per quanto ci riguarda, invece, la mappa mondiale evidenzia come la Pianura Padana si possa annoverare tra le zone più inquinate del mondo. Lo smog in questa zona, oltre, che all’elevata industrializzazione è dovuto anche alle condizioni meteorologiche come quelle in atto in questo periodo, con l’anticiclone che non consente il ricambio d’aria tra Alpi e Appennino (molto chiara la spiegazione ai microfoni di MeteoWeb di Guido Lanzani dell’Arpa Lombardia). Secondo gli esperti l’eccessivo smog aumentato in maniera esponenziale nell’ultimo periodo è dovuto, oltre che ad azioni antropiche, soprattutto all’anticiclone che da ormai quasi due mesi, con una brevissima pausa a fine novembre, sta interessando il territorio italiano. I livelli di polveri PM10, soprattutto nelle città della Pianura Padana, si sono impennati eccezionalmente. L’evento è determinato proprio dall’alta pressione che incrementa il ristagno dell’aria con la totale assenza di vento che, quindi, favorisce l’accumulo di queste polveri sottili al suolo.