Il 27 Gennaio 1811, precisamente 205 anni fa, venivano esplicitate le formulazioni della ben nota “Legge di Avogadro” dal chimico e fisico italiano Amedeo Avogadro. Infatti, durante la sua permanenza a Vercelli, dove lo scienziato insegnava fisica e matematica, scrisse una memoria formulando delle ipotesi concernenti il comportamento dei gas. La sua lettera, spedita a De Lamentherie, riportava queste esatte parole: “Volumi uguali di gas diversi, alla stessa temperatura e pressione, contengono lo stesso numero di molecole.” La teoria, grazie alla quale sarebbe stato possibile calcolare i pesi molecolari relativi direttamente dal peso dei gas, venne pubblicata nell’edizione del 14 Luglio 1811 del “Journal de Physique, de Chimie et d’Histoire naturelle“
Quello che Avogadro dovette successivamente risolvere, per poter far sì che la sua legge fosse riconosciuta uniformemente dalla comunità scientifica dell’epoca, fu il problema della mancanza di una netta differenziazione fra atomi e molecole. Queste due parole infatti erano utilizzate indistintamente, ma lui trovò il modo razionale di capire che esistevano diversi tipi di molecole, almeno “tre tipi“, fra cui le “molecole elementari“, ossia i nostri “atomi“.