E’ stato soppresso oggi dal Governo Renzi il Corpo Forestale dello Stato nato nel 1822, 194 anni fa. Il provvedimento è contenuto nella riforma della Pubblica Amministrazione che prevede la soppressione del Corpo Forestale dello Stato e l’istituzione del Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare all’interno dell’Arma dei Carabinieri. “Con la riforma – afferma in una nota il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina – riorganizziamo le funzioni di polizia impegnate sul fronte agroambientale, dotando l’Italia di una moderna struttura in grado di assicurare sempre meglio prevenzione e repressione su questo fronte. Uniamo le forze e potenziamo gli strumenti operativi. Il nuovo Comando assicurera’ professionalita’, specializzazione e un ramificato presidio del territorio rappresentando di certo una delle esperienze piu’ avanzate d’Europa“.
Ecco le principali novita’ della riorganizzazione, rese note dal Mipaaf
POTENZIATA LA TUTELA AGROAMBIENTALE – Dalla riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri nasce il Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare. Una grande forza che potenzia le capacita’ dell’Italia di preservare e difendere il suo patrimonio paesaggistico, ambientale e agroalimentare. 7 mila uomini specializzati impiegati sul campo.
PERCHÉ I CARABINIERI – L’Arma dei Carabinieri, per il modello organizzativo e operativo di presidio del territorio, garantisce il piu’ alto livello di potenziamento della tutela agroambientale. Negli anni proprio i Carabinieri hanno sviluppato anche competenze specifiche in questo campo con Nuclei specializzati come i Nac (Nucleo Anticontraffazioni Carabinieri) e Noe (Nucleo operativo ecologico), oltre all’attivita’ dei Nas (Nucleo anti sofisticazioni).
RAFFORZATO IL PRESIDIO TERRITORIALE – Viene potenziato il livello di presidio del territorio attraverso il rafforzamento dell’attuale assetto con la cooperazione della capillare rete di strutture dell’Arma, delle sue capacita’ investigative e delle sue proiezioni internazionali per le attivita’ preventive e repressive.
MANTENUTA LA SPECIALIZZAZIONE – Nel nuovo comando viene assicurata la specializzazione attraverso l’impiego del personale del Cfs e anche i nuovi immessi verranno specificamente formati, cosi’ da garantire un alto livello professionale nelle materie agroambientali.
VALORIZZATE LE PROFESSIONALITÁ – Il personale mantiene le competenze possedute e viene impiegato nell’attuale sede di lavoro e incarico ricoperto. Nascono per questa ragione i Ruoli forestali nell’Arma. Anche le progressioni di carriera vengono salvaguardate rispettando i criteri attualmente esistenti. La riorganizzazione prevede poi il trasferimento di 750 agenti ad altre forze di polizia o amministrazioni.
EFFICIENTATI I COSTI E CONFERMATA LA DIPENDENZA FUNZIONALE DAL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE – Con la riorganizzazione del Cfs e le altre misure contenute nel decreto legislativo vengono efficientati i costi di gestione. Il nuovo comando e’ posto alle dipendenze funzionali del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali a conferma dello stretto collegamento del comparto di specialita’ con le competenze, le tematiche e gli obiettivi del Ministero.
I FORESTALI – Con la soppressione del Corpo forestale, ben settemila forestali degli 8.500 che compongono il corpo passeranno nell’Arma dei Carabinieri. La forza di polizia ad ordinamento civile, specializzata nella tutela del patrimonio naturale e paesaggistico, nella prevenzione e repressione dei reati in materia ambientale e agroalimentare si appresta a chiudere i battenti dopo la decisione presa il 20 gennaio dal Cdm in attuazione della riforma della Pa. Finora preposto alla sorveglianza dei Parchi, delle Aree Naturali Protette e delle 130 Riserve Naturali dello Stato, ha svolto progetti di ricerca e conservazione nonché attività di educazione ambientale. Tra le competenze quella di verificare il territorio attraverso il controllo di discariche incontrollate, sversamenti illegali, inquinamento delle falde acquifere, distruzione e deturpamento delle bellezze naturali, incendi ed abusivismo edilizio sono solo alcuni dei fenomeni che impegnano il personale della forestale in tutte le sue articolazioni territoriali, dai comandi stazione ai nuclei investigativi specializzati. Ma quanto costava tenere in piedi il Corpo Forestale? Nel 2013 la spesa complessiva stanziata dal Governo è stata pari a 496.189.606 euro, somma destinata essenzialmente alle spese fisse di personale (90% dell’intero stanziamento). La restante parte, pari a poco più di 30 milioni di euro, è dedicata a spese per il funzionamento degli uffici, di missione per il personale, funzionamento del parco automezzi, manutenzione ordinaria degli immobili, acquisto vestiario ed equipaggiamento, servizio sanitario (compreso il ”medico competente”), gestione delle aree protette e parziale funzionamento della flotta elicotteristica. Per quest’ultima voce è stato concesso un ulteriore finanziamento di 5,0 milioni di euro, destinato anche a dare una copertura al funzionamento della flotta ”pesante”, costituita da 4 elicotteri Erickson S 64 F per lo spegnimento degli incendi boschivi, gestiti fino all’anno 2012 dal Dipartimento della Protezione Civile. Per fare un paragone, l’Italia si è impegnata ad acquistare 90 caccia F35 per una spesa di 14 miliardi di euro.