Alla scoperta della misteriosa necropoli di Pantalica in Sicilia

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In provincia di Siracusa si trova Pantalica, riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco sin dal 2005 e famosa per la sua vasta necropoli, di circa 5000 tombe a grotticella artificiale, alcune delle quali riutilizzate in epoca bizantina e trasformate in eremi o chiese (es. Grotta del Crocifisso, Chiesa di San Micidiario, Chiesa di San Nicolicchio), le cui grandi parete presentano ancora tracce di pregevoli affreschi.

Un po’ di storia. Pantalica venne fondata da popolazioni indigene che, probabilmente, abbandonarono la costa per sfuggire all’invasione di nuove popolazioni italiche. Della città che fiorì, l’antica  è rimasto solo il basamento rettangolare, tagliato a grossi blocchi, dell’Anaktoron (Palazzo del Principe). Il sito, da cui provengono ceramiche color rosso-lucido, manufatti in bronzo (fibule, specchi e rasoi), oltre a preziosi anelli d’oro, oggi esposti presso il Museo Archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa; scarsamente abitato dopo la colonizzazione greca, tornò a ripopolarsi durante il periodo bizantino per poi perdere d’importanza con la dominazione araba.

PANTALICA 4Si tratta di un luogo ricco di suggestioni e fascino, che colpisce i visitatori col suo tavolato roccioso, percorso da pochi sentieri, incassato tra le pareti a precipizio, scavate nel corso dei millenni dalle acque del fiume Anapo e da quelle del suo affluente, il Calcinara. L’itinerario archeologico più classico prende avvio da Ferla e dalla stretta Sella di Filiporto, permettendo di ammirare da vicino la necropoli, per poi giungere al Palazzo del Principe e camminare tra le fondamenta dell’edificio. Le piccole grotte dall’imbocco quadrato, con la loro fitta trama geometrica, contrastano con l’irrazionale aspetto delle pareti, regalando vedute spettacolari e facendo sì che Pantalica sia una meta apprezzatissima dagli amanti del trekking, del relax e del turismo culturale.

Il suo fascino è, oltretutto, amplificato dalle leggende. Una interessantissima spiega le origini del fiume Anapo. Secondo il mito, la ninfa Ciane tentò di salvare Persefone dalle grinfie di Ade ma venne tramutata in un corso d’acqua da quest’ultimo. Anapo, follemente innamorato della ninfa, chiese al dio degli Inferi di essere, a sua volta, trasformato in fiume pe potersi congiungere alla sua amata. Pantalica è un’eccellenza territoriale riconosciuta in tutto il mondo per il suo merito storico, archeologico, paesaggistico e naturalistico, vantando un ricco patrimonio floreale fatto di lecci, salvia selvatica, timo, finocchio gigante e platani. Si possono avvistare volpi, istrici, lepri, martin pescatori e falchi pellegrini.

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