Negli ultimi decenni le estati in Europa sono state le più calde dai tempi degli antichi romani. Nel I secolo dopo Cristo e nel 1200 la canicola si è fatta sentire, ma legionari e matrone, cavalieri e giullari non hanno trascorso i mesi estivi con temperature così alte come quelle con cui gli europei stanno facendo i conti da trent’anni a questa parte. Colpa almeno in parte dell’uomo, che con le emissioni di gas serra sta surriscaldando il pianeta. A far luce sull’afa estiva degli ultimi due millenni è un team di 45 ricercatori provenienti da 13 nazioni europee. Gli esperti hanno unito i dati a disposizione in modelli climatici da cui è emerso che, dal dal 1986 a oggi, le temperature medie estive in Europa sono state superiori di 1,3 gradi rispetto a quelle registrate nel Vecchio Continente dall’avvento del cristianesimo in poi.
Il caldo degli ultimi trent’anni è “senza precedenti”, al pari delle ondate di calore, ora più frequenti, lunghe e intense come quelle del 2003, del 2010 e del 2015. Per arrivare a stabilirlo – spiega all’ANSA Dario Camuffo del Cnr, tra gli autori della ricerca – gli studiosi hanno usato varie fonti, dagli scritti dei romani a quelli dei monaci medievali, ma soprattutto indicatori biologici come gli anelli degli alberi e la crescita dei coralli, fondamentali per comprendere le variazioni del termometro nei primi secoli dopo Cristo. Per il periodo più recente l’Italia ha contribuito, tra l’altro, con puntuali rilevazioni delle temperature annotate a Firenze tra il 1654 e il 1670, poi fermate dall’Inquisizione. In base allo studio, estati calde hanno interessato l’Europa in epoca Romana fino al III secolo dopo Cristo, mentre un raffreddamento c’è stato tra il IV e il VII secolo. Il Medioevo ha visto un ritorno del caldo, seguito dalla “Piccola era glaciale” dal XIV al XIX secolo, fino al progressivo riscaldamento del XX e XXI secolo. Riscaldamento che per gli esperti non si spiega con una mera variabilità naturale, ma che al contrario vede il suo primo motore nelle attività umane, dall’uso dei combustibili fossili alla deforestazione.