Dell’asparago (Asparagus officinalis), appartenente alla famiglia delle Liliacee, originario dell’Asia, sappiamo che era già conosciuto al tempo degli Egizi, che ne diffusero la coltivazione nel bacino del Mediterraneo. Mentre i Greci consideravano gli asparagi altamente afrodisiaci, i Romani, pur avendone un’alta considerazione, avevano, riguardo ad essi, opinioni discordanti: alcuni, infatti, consigliavano alle donne di portarne le radici in un sacchetto nascosto tra le vesti come contraccettivo; altri, tra cui Plinio, ritenevano che accrescessero l’eros nell’uomo che se ne fosse cibato.
Gli asparagi sono potenti spazzini, ripulendo, contemporaneamente, intestino e reni e, grazie all’inulina, mantengono sana la flora intestinale, aumentando il numero di batteri buoni, responsabili di una corretta digestione. Da non trascurare, secondo diversi studi, la loro funzione antidepressiva. Consigli per l’acquisto: scegliete asparagi con gambi solidi, punte compatte e scure color viola. Piegandoli, gli asparagi freschi si rompono immediatamente, per cui non devono risultare elastici. Come consumarli? Crudi, a pezzi, nell’insalata, ma anche al vapore, alla piastra, alla brace, gratinati o stufati. I loro pregi, pur numerosi, si scontrano con un elevato apporto di acidi urici che rischiano di aggravare alcuni disturbi (es. gotta, cistiti, prostatiti ecc.) per cui è d’obbligo evitare gli eccessi. In caso di intolleranze al nichel e all’acido acetilsalicilico, occorre valutare col medico un’eventuale dieta a rotazione qualora, al test di intolleranze alimentari, si evidenzia una reattività a questi due gruppi.