Succede per le pecore selvatiche e probabilmente è così anche per l’uomo, almeno secondo la ricerca condotta da un gruppo di scienziati dell’università di Edimburgo. L’equipe diretta da Richard Mellanby, a capo della Medicina dei piccoli animali presso la Royal Dick School of Veterinary Studies dell’ateneo scozzese, ha scoperto che la vitamina D è una valida alleata della riproduzione per gli ovini di razza Soay che vivono allo stato brado nell’arcipelago di St Kilda. Elevate quantità di vitamina del sole favoriscono un vantaggio evolutivo. Gli studiosi hanno misurato nel sangue delle pecore Soay le concentrazioni di un composto marker collegato ai livelli di vitamina D, scoprendo che gli ovini con quantità maggiori di questa sostanza ‘spia’ alla fine dell’estate, la primavera successiva hanno dato alla luce più agnellini. Diverse indagini di laboratorio avevano già collegato la vitamina D alla salute riproduttiva di animali e uomini, ricordano i ricercatori. Ma ora le prove di questo legame sono state ottenute attraverso l’esame diretto di una specie selvatica. Lo studio – pubblicato su ‘Scientific Reports‘ e finanziato dal Wellcome Trust e dal Natural Environment Research Council – è inserito nel contesto di un’indagine a lungo termine sull’evoluzione delle pecore Soay, ovini che da migliaia di anni abitano le isole di St Kilda, di proprietà del National Trust for Scotland e dichiarate nel 1986 dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’umanità. “Il nostro studio – spiega Mellanby – è il primo a collegare lo stato della vitamina D al successo riproduttivo in una popolazione di animali selvatici. Analizzare i benefici non scheletrici della vitamina D per la salute negli esseri umani è impegnativo, perché le persone sono esposte a diverse quantità di luce solare ogni giorno. Studiare il rapporto tra la vitamina D sintetizzata dalla pelle o introdotta con la dieta e l’impatto a lungo termine sulla salute – conclude Mellanby – è molto più facile nelle pecore che vivono su una piccola isola“.
