Mentre l’Europa centro-occidentale continua ad essere interessata da un vasto promontorio anticiclonico dinamico, che continua a convogliare aria piuttosto mite dalle latitudini sub-tropicali oceaniche, freddo e gelo rimangono ancora relegati sopra le pianure e i bassopiani innevati dell’Europa orientale, fra Russia europea, Bielorussia, Polonia, Ucraina, Moldova e Romania, dove nei bassi strati è presente un campo termico con valori ampiamente negativi. Temperature largamente inferiori ai +0°C, anche in pieno giorno, si continuano a registrare in vaste aree dell’est Europa. In modo particolare fra Bulgaria, Romania, Moldavia, Bielorussia, Ucraina, Repubbliche Baltiche, Finlandia e Russia, dove nei bassi strati si è isolato un esteso “cuscinetto di aria fredda” (“lake cold”), piuttosto sottile, di tipo polare continentale, che continua a rendere il clima decisamente invernale, con temperature ampiamente negative, anche sotto i -10°C -15°C.
Le temperature più basse si registrano proprio sulla Russia centrale, in particolare lungo la regione del Volga, dove localmente la colonnina di mercurio continua a scivolare al di sotto del muro dei -25°C -30°C. Ma oltre al gran freddo, di natura “pellicolare”, i paesi dell’Europa orientale devono fare i conti anche con nevicate, a tratti particolarmente abbondanti in diverse regioni tra il nord della Romania, l’Ucraina, il sud della Bielorussia e della Russia centrale, che stanno arrecando non pochi disagi.
In alcuni Oblast’ dell’Ucraina centro-orientale gli accumuli di neve al suolo hanno superato anche i 30-40 cm, fino a sfiorare i 50 cm nelle campagne, a seguito delle persistenti nevicate degli ultimi giorni, prodotte dall’insistenza di una vasta saccatura di origine artica, costantemente alimentata dall’affondo di aria particolarmente gelida, in discesa dalla Lapponia e dalle coste dell’Artico russo.
Il consistente innevamento delle campagne e dei boschi, fra Ucraina, Bielorussia e Russia, nelle ore diurne è ben evidenziato anche dalle immagini trasmesse dal satellite visibile, il quale “fotografa” una vasta distesa bianca che domina su tutto il settore orientale del continente. In Russia intense nevicate, accompagnate anche da locali rovesci di neve, hanno interessato l’area a nord della città di Samara che è stata letteralmente ammantata dalla neve fresca.
Le nevicate di questi giorni hanno imbiancato pure città, boschi e campagne, fra la Polonia, la Moldavia, la Romania e la Bulgaria, dove il manto nevoso localmente ha raggiunto accumuli superiori ai 20-30 cm. Il deposito di neve fresca sulle pianure e sui bassopiani fra la Romania, l’Ucraina, la Bielorussia e la Russia europea sta contribuendo alla sedimentazione del freddo nei bassi strati, consolidando lo sviluppo del cosiddetto “lake cold”. Ossia quel “cuscino di aria gelida” e pesante che stagna nello strato d’aria prossimo il suolo innevato. Lo stazionare di questo “cuscino di aria gelida” ha determinato un ulteriore diminuzione delle temperature, che si è avvertito principalmente nelle zone interessate dall’innevamento.
A ciò si è sommato pure l’effetto “Albedo” indotto dallo strato di neve depositato sul terreno, che ha contribuito a far piombare le temperature, in particolare le minime notturne, sotto la soglia dei -8°C -9°C, ma con picchi che sul vicino confine russo e sulla Bielorussia sono scesi anche sotto il muro dei -15°C -20°C. Freddo, anzi si può parlare anche di gelo, che nonostante le previsioni di un timido rialzo termico, di qualche grado, dovrebbe insistere fino alla fine del mese, soprattutto fra Russia, Bielorussia e Ucraina, per buona parte del mese, continuando a condizionare il meteo su queste regioni per intere settimane.