Lo scorso martedì, alle 9 del mattino, tutti i mega schermi della più famosa piazza di New York hanno mostrato una foto del famoso fisico Stephen Hawking. Solo uno schermo non raffigurava la foto di Hawking, bensì tre numeri: 48, 16 e 11. Intorno alla vicenda è subito calato un alone di mistero e ognuno ha detto la sua per cercare di interpretare quello che possiamo definire il “codice Hawking“.
Stephen Hawking, 74 anni, è il più grande esperto mondiale di tutto ciò che riguarda i buchi nero dello Spazio. Una mente geniale in un corpo, purtroppo, gravemente segnato dalla malattia: nel 1963, infatti, gli fu diagnosticata una malattia simile alla SLA (sclerosi laterale amiotrofica), ovvero quella del motoneurone, a causa della quale si trova sulla sedia a rotelle e non è nemmeno in grado di parlare.
Qualcuno ha ipotizzato che il messaggio possa essere collegato all’articolo appena pubblicato di Hawking nel quale si prospetta una nuova soluzione per il paradosso dell’informazione nel buco nero. Secondo quanto ipotizzato in passato da Hawking e Bekenstein l’informazione fisica potrebbe «sparire» in un buco nero, permettendo a molti stati fisici di evolvere nello stesso identico stato. Questo «violerebbe» una dottrina comunemente accettata, secondo la quale l’informazione totale riguardo a un sistema fisico in un punto temporale determinerebbe il suo stato in ogni altro tempo.
C’è stato addirittura chi invece ha collegato i numeri a David Bowie, che sarebbe vivo (!) o al Powerball (il Superenalotto statunitense). Ma per toglierci il dubbio dovremo aspettare che sia lo stesso Hawking a svelare il mistero, sempre che di mistero si tratti. Una domanda sorge spontanea: cosa ne penserà il dottor Sheldon Cooper, grande fan del fisico? Lui sicuramente avrà la risposta.