Come ampiamente previsto anche il bacino centrale del Mediterraneo beneficerà degli effetti del tracollo dell’indice “AO”, con l’imminente affondo del “lobo europeo” del vortice polare fin sull’Europa centro-orientale. Proprio in queste ore, mentre scrivo, un vasto nucleo di aria gelida, di estrazione artica marittima, dalla penisola Scandinava sta per versarsi sull’Europa centro-orientale, dalla Germania fino all’Ucraina e la Bielorussia, con obiettivo finale la regione danubiana e i Balcani. Scivolando sulle pianure e sui bassopiani dell’Europa centro-orientale, a contatto con i terreni innevati, questa massa d’aria tenderà a “continentalizzarsi”, assumendo caratteristiche più continentali nei bassi strati, mentre in quota il nocciolo gelido associato al “lobo europeo” del vortice polare manterrà le sue originarie caratteristiche artico marittime.
Ciò avverrà nel corso del pomeriggio di sabato 16 Gennaio, con l’ingresso diretto del nucleo freddo dall’area carpatico-danubiana e dalle Alpi Dinariche, tramite gli intensi venti di tramontana, tornerà di scena l’”Adriatic effect snow” e il “Tyrrhenian Sea Effect”. Fenomeni capaci di produrre abbondanti nevicate fino a quote pianeggianti sulle regioni adriatiche, specie fra Abruzzo, Molise e Puglia centro-settentrionale, dove con molta probabilità nevicherà fin sulle coste, dal teramano fino al barese e al tarantino.
Nel corso della tarda serata di sabato 16 Gennaio il flusso freddo continentale, dopo aver oltrepassato le Alpi Dinariche, raggiungerà l’Adriatico meridionale attraverso impetuosi “deflussi” eolici che raggiungeranno le coste del Molise e della Puglia, con venti burrascosi da Nord e N-NE, che eccederanno la soglia d’attenzione sul Molise, il Gargano, la costa barese, il tarantino e tutto il Salento, dove si potranno registrare raffiche fino ad oltre 80-90 km/h.
Questo nocciolo di aria molto gelida a 850 hpa, con isoterme prossime ai -10°C -11°C a 1200 metri, scorrendo sopra la più mite superficie del mar Adriatico, le cui temperature superficiali rimangono piuttosto tiepide, causerà una intensificazione del “gradiente termico verticale” (notevoli differenze termiche fra media e bassa troposfera), favorendo l’innesco di attività convettiva (violenti moti ascendenti della colonna d’aria) che agevolerà la formazione di annuvolamenti cumuliformi (cumuli, cumulonembi in aria fredda riempiti di fiocchi neve) in grado di apportare precipitazioni intermittenti, che date le termiche in quota, con una -35°C a 500 hpa a ridosso del basso Adriatico, e lo “zero termico” a 200 metri, assumeranno carattere di rovescio o temporale prevalentemente nevoso.
Le nevicate più intense dovrebbero coinvolgere il chietino, il teramano, tutto l’entroterra molisano fino alla costa di Termoli e il Gargano, dove i fenomeni risultando anche persistenti potranno garantire accumuli significativi, specie se il minimo depressionario si posizionerà sull’alto Ionio.