Alcuni studi clinici hanno confermato che la cannabis può essere utilizzata per fini terapeutici, in dosi controllate o estraendo solo alcuni elementi che possono creare farmaci in grado di lenire il dolore di alcune malattie. La cannabis è uno stupafacente al centro di diversi dibattiti. Utilizzata dal neolitico, è stata al centro di diversi dibattiti dopo che se ne valutò i benefici scientifici negli anni 80. Nel 2001 è stato confermato che la cannabis è efficace sia per il dolore neuropatico che spastico e soprattutto per la sclerosi multipla. Secondo una ricerca del 2010, la cannabis può anche curare, infatti “nonostante la nostra comprensione dei meccanismi molecolari della sclerosi laterale amiotrofica (Sla) sia migliorata non esistono ancora terapie davvero efficaci. In questa malattia – scrivono i ricercatori – si verificano simultaneamente diversi processi fisiologici anormali che richiedono una terapia basata su una molteplicita’ di farmaci. Incredibilmente la cannabis sembra agire in tutte queste aree. Questa sostanza ha infatti potenti effetti antiossidanti, anti-infiammatori e neuroprotettivi. Somministrata a topi con Sla, ha provocato un allungamento della vita delle cellule neurali, ha posticipato l’emergere dei sintomi e ha rallentato la degenerazione della malattia“. I ricercatori concludono “basandosi sull’evidenza scientifica fin qui raccolta e’ ragionevole pensare che la cannabis possa rallentare in modo significativo il progredire della Sla, potenzialmente allungare l’aspettativa di vita dei pazienti e ridurre significativamente i sintomi della malattia“.