Forti nevicate ammantano le coste della Turchia settentrionale, accumuli di oltre 80 cm fin sul litorale
Il blocco di aria gelida, artica continentale, che nei giorni scorsi dall’Ucraina è scivolato verso il bacino del mar Nero, come da previsione ha prodotto una severa fase di maltempo invernale, con forti nevicate e spettacolari temporali nevosi che per più giorni hanno duramente colpito le coste settentrionali turche, l’area del Bosforo, e parte dell’altopiano Anatolico centro-occidentale. Negli ultimi giorni vere e proprie bufere di neve, a tratti anche particolarmente intense, hanno interessato le coste settentrionali della Turchia, da Istanbul fino alle città costiera di Cide e Ordu, dove è nevicato in maniera ininterrotta per almeno tre giorni di fila. In alcune città e località della costa turca settentrionale, affacciata sul mar Nero, il manto bianco ha superato i 40-50 cm di spessore, creando notevolissime difficolta ai trasporti, letteralmente paralizzati. Praticamente l’intera fascia costiera della Turchia settentrionale, dall’area metropolitana di Istanbul fino ad Ordu, è stata sommersa da decine di centimetri di neve fresca, dopo giorni di continui rovesci e temporali nevosi sfornati in continuazione dalle miti acque del mar Nero.
Ma le nevicate da “Black sea effect snow”, oltre alle coste settentrionali turche, si sono estese anche alle coste della Georgia, con nevicate e rovesci di neve che hanno imbiancato pure la città di Batumi e buona parte del litorale georgiano. Come abbiamo già detto le forti nevicate che hanno coperto di neve fresca le coste della Turchia settentrionale sono state determinate dal “Black sea effect snow”. All’origine del fenomeno troviamo le fredde correnti settentrionali, le quali hanno conservato per un lungo periodo le loro origini gelide, dopo essere passate sopra le estese aree continentali dell’Europa orientale innevate, dall’Ucraina si sono versate sopra le ancora miti acque superficiali del mar Nero. A contatto con le miti acque superficiali del mar Nero questo flusso di aria gelida artica continentale si sono umidificate e riscaldate nei bassi strati, “sublimando” (passando direttamente dallo stato aeriforme a quello solido) in presenza di temperature dell’aria largamente sotto i +0°C.
L’instabilità convettiva e della nuvolosità cumuliforme, che si dispone in lunghi ed estesi serpentoni distesi lungo la direzione del vento prevalente, viene spiegata dal fatto che a contatto con la più mite superficie marina la massa d’aria gelida si riscalda e si carica di umidità fin dagli strati più bassi, mentre in quota continua a mantenere le sue origini gelide, con valori sotto la soglia dei -35°C. Tale dinamica tende a esacerbare il “gradiente termico verticale” all’interno della massa d’aria, instabilizzandola dall’interno e alimentando la formazione di imponenti annuvolamenti cumuliformi che giungono sulle coste della Turchia settentrionale e in riva al Bosforo, sotto la spinta dei sostenuti venti settentrionali che spiravano a tutte le quote, scaricando forti rovesci di neve, a tratti accompagnati dalla caduta di chicchi di grandine e dalla gragnola, e da locali temporali nevosi.
Oltre alle forti nevicate la Turchia ha sperimentato anche le prime giornate di gelo sull’altopiano interno, ormai ricoperto da uno spesso strato di neve fresca che sta determinando un forte “Albedo”. Su tutti spiccano i -21,9°C di Erzurum, dove sono caduti oltre 20 cm di neve fresca, seguiti dai -20,8°C di Kars, dai -18,6°C di Balikesir e i -18,4°C di Akinci. Nei prossimi giorni lungo la parte più orientale dell’altopiano Anatolico, grazie all’intenso effetto “Albedo” indotto dai terreni innevati di fresco, la colonnina di mercurio potrà scivolare anche sotto i -23°C -24°C.