Spiagge della Turchia sommerse da 80cm di neve: spettacolare evento di “Black sea effect snow”

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Forti nevicate ammantano le coste della Turchia settentrionale, accumuli di oltre 80 cm fin sul litorale

Il blocco di aria gelida, artica continentale, che nei giorni scorsi dall’Ucraina è scivolato verso il bacino del mar Nero, come da previsione ha prodotto una severa fase di maltempo invernale, con forti nevicate e spettacolari temporali nevosi che per più giorni hanno duramente colpito le coste settentrionali turche, l’area del Bosforo, e parte dell’altopiano Anatolico centro-occidentale. Negli ultimi giorni vere e proprie bufere di neve, a tratti anche particolarmente intense, hanno interessato le coste settentrionali della Turchia, da Istanbul fino alle città costiera di Cide e Ordu, dove è nevicato in maniera ininterrotta per almeno tre giorni di fila. In alcune città e località della costa turca settentrionale, affacciata sul mar Nero, il manto bianco ha superato i 40-50 cm di spessore, creando notevolissime difficolta ai trasporti, letteralmente paralizzati. Praticamente l’intera fascia costiera della Turchia settentrionale, dall’area metropolitana di Istanbul fino ad Ordu, è stata sommersa da decine di centimetri di neve fresca, dopo giorni di continui rovesci e temporali nevosi sfornati in continuazione dalle miti acque del mar Nero.

Non sono mancate neppure le precipitazioni temporalesche, con bufere di neve accompagnate da fulmini, lampi e tuoni. Anche se in passato, durante situazioni sinottiche analoghe, varie città della costa settentrionale turca sono state seppellite da forti nevicate causate dal noto fenomeno del “Black sea effect snow” (analogo al “lakes effect snow” che si vede nei grandi specchi lacustri fra Canada e Stati Uniti), con accumuli anche di 1 metro di altezza, come accade a Giresun nell’inverno del 2001, vedere precipitazioni nevose di questa intensità non è del tutto usuale.

SYRIA-WEATHER-SNOWFra le città costiere del mar Nero maggiormente colpite dalle forti nevicate generate dal “Black sea effect snow” troviamo Bartin, dove l’accumulo complessivo al suolo ha lambito la soglia degli 80 cm di neve fresca, seguita da Carsamba, che ha abbondantemente superato il mezzo metro di spessore. Notevoli anche i quasi 50 cm raggiunti a Inebolu e i 48 cm di Giresun. Ma forti rovesci di neve e brevi temporali si sono abbattuti, in maniera intermittente, anche in riva al Bosforo, con un accumulo complessivo di oltre 18-20 cm in diversi quartieri di Istanbul. L’abbondante accumulo di neve fresca, che nelle colline che circondano la grande metropoli turca ha superato i 20 cm, è stato originato dai frequenti e intensi rovesci di neve che dal settore occidentale del mar Nero, sotto la spinta dei gelidi e umidi venti da N-NE e Nord, si spingevano con il loro carico di neve fresca fin dentro il Bosforo.

Il fenomeno del “Black sea effect snow” osservato dal satellite Acqua della NASA

Ma le nevicate da “Black sea effect snow”, oltre alle coste settentrionali turche, si sono estese anche alle coste della Georgia, con nevicate e rovesci di neve che hanno imbiancato pure la città di Batumi e buona parte del litorale georgiano. Come abbiamo già detto le forti nevicate che hanno coperto di neve fresca le coste della Turchia settentrionale sono state determinate dal “Black sea effect snow”. All’origine del fenomeno troviamo le fredde correnti settentrionali, le quali hanno conservato per un lungo periodo le loro origini gelide, dopo essere passate sopra le estese aree continentali dell’Europa orientale innevate, dall’Ucraina si sono versate sopra le ancora miti acque superficiali del mar Nero. A contatto con le miti acque superficiali del mar Nero questo flusso di aria gelida artica continentale si sono umidificate e riscaldate nei bassi strati, “sublimando” (passando direttamente dallo stato aeriforme a quello solido) in presenza di temperature dell’aria largamente sotto i +0°C.

Questo riscaldamento delle masse d’aria, indotto dal transito delle stesse sopra le più tiepide acque superficiali del mar Nero, ha inasprito i forti contrasti termici che si sono determinati sopra la più tiepida superficie marina (forte “gradiente termico verticale”), producendo l’innesco di una spiccata attività convettiva (moti ascendenti della colonna d’aria) che ha agevolato la formazione di una lunga striscia di bande nuvolose cumuliformi (cumuli, cumulonembi piuttosto sviluppati in altezza e con base molto bassa) in grado di apportare precipitazioni sparse, spesso a sfogo di rovescio (con attività elettrica dentro i rovesci), con frequenti gragnolate, scosci di grandine e neve che arriva a depositarsi sulle coste della Turchia settentrionale.

Gli effetti delle forti nevicate sul nord della Turchia

L’instabilità convettiva e della nuvolosità cumuliforme, che si dispone in lunghi ed estesi serpentoni distesi lungo la direzione del vento prevalente, viene spiegata dal fatto che a contatto con la più mite superficie marina la massa d’aria gelida si riscalda e si carica di umidità fin dagli strati più bassi, mentre in quota continua a mantenere le sue origini gelide, con valori sotto la soglia dei -35°C. Tale dinamica tende a esacerbare il “gradiente termico verticale” all’interno della massa d’aria, instabilizzandola dall’interno e alimentando la formazione di imponenti annuvolamenti cumuliformi che giungono sulle coste della Turchia settentrionale e in riva al Bosforo, sotto la spinta dei sostenuti venti settentrionali che spiravano a tutte le quote, scaricando forti rovesci di neve, a tratti accompagnati dalla caduta di chicchi di grandine e dalla gragnola, e da locali temporali nevosi.

Ciò dà origine al fenomeno che possiamo chiamare “Black sea effect snow”, responsabile delle forti nevicate che nel periodo invernale colpiscono l’area di Istanbul e le coste della Turchia settentrionale. Ma oltre al fenomeno del “Black sea effect snow” si è aggiunto anche lo “stau” (sbarramento orografico) generato dagli elevati monti del Ponto che in queste situazioni, con i venti da Nord e N-NE provenienti dal mar Nero, possono favorire abbondanti nevicate sino alle zone costiere, dato l’elevato “forcing” orografico imposto da questi rilievi piuttosto imponenti. La barriera montuosa del Ponto, con le sue vette oltre i 3000 metri, blocca i freddi e umidi venti settentrionali che scivolano dal mar Nero, costringendo l’aria gelida, a contatto con i primi contrafforti montuosi, a salire bruscamente di quota, saturandosi e favorendo la formazione di estesi annuvolamenti cumuliformi, sul versante sopravento, che tendono a dispensare precipitazioni a carattere nevoso, piuttosto intense e persistenti.

Le abbondanti nevicate cadute sull’altopiano

Oltre alle forti nevicate la Turchia ha sperimentato anche le prime giornate di gelo sull’altopiano interno, ormai ricoperto da uno spesso strato di neve fresca che sta determinando un forte “Albedo”. Su tutti spiccano i -21,9°C di Erzurum, dove sono caduti oltre 20 cm di neve fresca, seguiti dai -20,8°C di Kars, dai -18,6°C di Balikesir e i -18,4°C di Akinci. Nei prossimi giorni lungo la parte più orientale dell’altopiano Anatolico, grazie all’intenso effetto “Albedo” indotto dai terreni innevati di fresco, la colonnina di mercurio potrà scivolare anche sotto i -23°C -24°C.

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