L’effetto che una trivellazione fa al pianeta è simile a quello di una puntura fatta con una siringa, la re-immissione di fluidi in profondità, invece, deve essere fatta in modo controllato e considerando le geologo caratteristiche del sottosuolo. E’ il parere di Claudio Chiarabba, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). ”Dallo scavo dei pozzi superficiali per l’acqua a quelli che arrivano a maggiori profondità per le risorse del sottosuolo, l’effetto globale è sostanzialmente quello di un’iniezione al pianeta con una siringa“, rileva Chiarabba. In sostanza, aggiunge, “è più invasivo scavare una galleria che non un pozzo, anche profondo 2.000-3.000 metri“. Diverso, invece, è il caso della re-iniezione di fluidi nel sottosuolo, che viene fatta sia per la geotermia sia per il petrolio: in questi casi possono verificarsi dei fenomeni di microsismicità. Si possono cioè indurre piccoli terremoti, di solito di magnitudo inferiore a 2. “Casi di microsismicità indotta – prosegue l’esperto – sono legati a operazioni intensive di iniezione di fluidi relative alla geotermia non convenzionale, ossia nella geotermia che non sfrutta i flussi naturali di gas presenti nel sottosuolo, ma utilizza il calore interno alla Terra per riscaldare i fluidi immessi. Esempi di geotermia non convenzionale, pari a zero in Italia, possono provocare microsismicità. L’iniezione di fluidi, così come l’estrazione prolungata di grandi volumi di fluidi, se fatta in maniera eccessiva e non controllata può generare terremoti e spostamenti del terreno. E’ un’attività che va regolamentata“. Per questo sono state predisposte recentemente dal ministero dello Sviluppo economico delle linee guida per i monitoraggi. La microsimicità legata alle attività di estrazione geotermica o petrolifera è un fenomeno osservato negli Stati Uniti, per esempio nell’Oklahoma. “A livello generale statistico – spiega Chiarabba – i casi registrati sono molto pochi rispetto al numero dei pozzi scavati, anche se a livello locale il significato è diverso“. Bisogna infine considerare che “più l’azione è prolungata nel tempo, più diventa possibile generare terremoti. Le conseguenze sono molto legate alla velocità e alla durata del processo“.