Tumori pelle: 2 milioni di italiani a rischio scottature

MeteoWeb

Con la complicità del sole, nonostante il periodo invernale, circa un italiano su 4 si concede una vacanza al mare o in montagna. Ma secondo le stime ben il 20% di loro rischiano di diventare vittime di scottature. Il sole fuori stagione scotta ogni anno la pelle di più di 2 milioni di italiani, inoltre, in media, un italiano accumula ben 5-6 scottature nel corso della vita, il 15% supera la soglia critica delle 10 ustioni e il 7% ne subisce oltre 20. Da una apposita indagine denominata “Il sole fuori stagione“, promossa da Roche e condotta da GfK Eurisko su un campione rappresentativo della popolazione italiana, emerge un quadro preoccupante: l’accumularsi delle scottature aumenta il rischio di contrarre un tumore della pelle. Gli esperti raccomandano dunque un po’ di buon senso e maggiore attenzione nel proteggersi dal sole, sia d’estate che d’inverno.

Secondo le stime sarebbero circa 1.900 (5 ogni 24 ore) le persone che ogni anno in Italia muoiono a causa di melanoma, il tumore della pelle più temuto. Ma fortunatamente la ricerca scientifica sta facendo grossi passi in avanti: l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha approvato la combinazione dei farmaci a bersaglio molecolare vemurafenib-cobimetinib per il trattamento del melanoma avanzato o metastatico BRAF mutato, che ha dimostrato di aumentare significativamente la sopravvivenza media dei pazienti fino a quasi 2 anni, riducendo il rischio di morte del 30%. La mutazione del gene BRAF è presente in circa il 50% dei melanomi.

“Il sole fuori stagione è un fattore che spesso si dimentica nella prevenzione del melanoma – osserva Paola Queirolo, presidente dell’Intergruppo melanoma italiano (Imi) e responsabile Dmt melanoma e tumori cutanei dell’Irccs San Martino-Ist di Genova – Eppure, d’inverno la pelle è fuori allenamento e in montagna il sole può fare male: i livelli dei raggi ultravioletti aumentano del 10-12% ogni mille metri di altezza, senza considerare che la neve riflette circa l’80% dei raggi, contro il 25% del mare e il 15% della sabbia. E’ dunque importante proteggere la pelle tutto l’anno, al mare come in montagna, soprattutto quando ci si espone al sole in modo intensivo e intermittente“. Solo il 39% degli italiani indica le scottature tra le possibili cause di un tumore della pelle e meno di un terzo (29%) riconosce il pericolo delle lampade abbronzanti. Inoltre circa la metà crede che tutta la frutta (50%) e la verdura (53%) abbiano il potere di diminuire il rischio di melanoma, mentre vengono incriminati stress (35%) e carne rossa (27%). “A volte gli studi scientifici possono portare a risultati sorprendenti – spiega Paolo Ascierto, presidente della Fondazione melanoma, e direttore dell’Unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Irccs Fondazione G. Pascale di Napoli – Ad esempio, pochi pensano al caffè come bevanda dal potere protettivo. Eppure, un recente studio americano suggerisce un potenziale effetto benefico del caffè, con un rischio ridotto del 20% per chi consuma 4 o più tazze al giorno“.

Al contrario – prosegue Ascierto – nessuno dubiterebbe della bontà della frutta: tuttavia, un altro studio Usa ha individuato un possibile legame tra il consumo quotidiano di agrumi e un aumento del 36% nel rischio di sviluppare un melanoma. In ogni caso, indipendentemente da caffè e agrumi, è certo che bisogna rinunciare alle lampade abbronzanti, evitare le esposizioni selvagge al sole e controllare più spesso, almeno una volta all’anno, i propri nei dal dermatologo“. “Il melanoma è oggi uno dei principali tumori che insorge in giovane età, con una media di soli 50 anni e un caso su 5 che viene riscontrato prima dei 40 – sottolinea Michele Del Vecchio, referente melanoma per l’Unità di medicina oncologica 1-Dipartimento di oncologia medica dell’Irccs Istituto nazionale tumori di Milano – Negli Usa il melanoma rappresenta il 5% dei nuovi casi stimati di tumore nel sesso maschile e il 4% in quello femminile. Inoltre, tra 0 e 39 anni è la seconda neoplasia per frequenza“. Oggi in Italia quasi 130 mila persone convivono con un melanoma e si registrano più di 11 mila nuovi casi all’anno. L’incidenza è in costante ascesa ed è più che raddoppiata negli ultimi 30 anni, con una crescita di circa il 3% all’anno sia negli uomini sia nelle donne.

Il futuro dei trattamenti contro il melanoma sta nelle terapie di combinazione – commenta Queirolo – L’approvazione dell’associazione vemurafenib-cobimetinib in Europa ne è un’ulteriore conferma e rappresenta un importante passo in avanti per tutti i pazienti affetti da melanoma metastatico con la mutazione del gene Braf. La nuova combinazione terapeutica, infatti, prolunga il tempo vissuto dai pazienti senza peggioramento della malattia, riducendo il rischio di morte fino al 30%”. “L’approvazione da parte dell’Agenzia europea del farmaco della combinazione vemurafenib-cobimetinib – illustra ancora Caterina Golotta, Country OncoHematology Medical Affairs Leader di Roche Italia – rappresenta un grande passo in avanti per i cittadini europei affetti da melanoma metastatico Braf mutato. I risultati ottenuti con la combinazione vemurafenib-cobimetinib segnano una svolta importante in termini di sopravvivenza per la storia clinica delle persone con questa patologia: basti pensare che siamo passati da un tasso di sopravvivenza nel melanoma avanzato o metastatico che fino a pochi anni fa si misurava in mesi, a risultati attuali che ci permettono di arrivare a circa 2 anni. L’approvazione da parte dell’Ema conferma ulteriormente l’impegno di Roche nella ricerca di nuove soluzioni terapeutiche che offrano ai medici armi efficaci e ai pazienti speranza di vita“.

Condividi