Il Parco Nazionale del Pollino, istituito nel 1993, è la più grande area protetta d’Italia, situata tra il sud della Basilicata e il nord della Calabria, estendendosi per più di 192 mila ettari lungo l’Appennino calabro/lucano. Consigliata agli amanti del trekking, dell’escursionismo, dell’alpinismo, ma anche agli appassionati di rafting, torrentismo più estremo e natura selvaggia, l’area del Pollino era frequentata a partire dal Mesolitico fino all’Età del Ferro, come mostrano i reperti recuperati nelle Grotte di Latronico.
Altre testimonianza della presenza dell’uomo preistorico sono, ad esempio, le eccezionali incisioni graffite sulla roccia nella Grotta del Romito, nei pressi di Papasidero, in Calabria, raffiguranti il Bos primigenius. Il Parco Nazionale del Pollino è ricco di specie vegetali: tra abeti bianchi, faggi, lecci e agrifogli, è il pino loricato, però, il suo vero gioiello; un “fossile vivente” da un punto di vista evolutivo, l’unico albero a riuscire a vivere sull’Appennino al di sopra della faggeta.
Il suo nome, loricato, derivata dalla corteccia che, negli esemplari ultracentenari, ricorda la corazza dei guerrieri romani (la lorica) o la pelle di giganteschi rettili. Anche la fauna è molto variegata, essendo costituita da caprioli, lupi, lontre, aquile reali. Tra gli anfibi, la salamandra pezzata, il tritone crestato, l’ululone dal ventre giallo ma è la salamandrina terdigitata uno degli animali più interessanti del Parco.
L’area del Parco Nazionale del Pollino, terra di brigantaggio e territorio di forte importanza boschiva tra l’800 e il 900, conserva molte tradizioni legate alla cultura agricola e pastorale, con feste religiose e profane che attirano ogni anno milioni di fedeli e curiosi (celebrazioni legate alla Madonna del Pollino, Festa del Falcetto di San Paolo Albanese e i riti del Maggio). La ricchezza culturale è espressa anche dalla comunità albanese presente con quasi 5000 abitanti in 9 comuni del Parco, che ha mantenuto tradizioni, usi e costumi della patria d’origine.