Il 12 Febbraio 1854, ben 162 anni fa, vi fu un importante evento sismico che coinvolse gran parte della provincia di Cosenza e della Calabria Centrale. La fortissima scossa di magnitudo 6.2 colpì di pomeriggio, verso le 17,50, proprio quando il cielo cominciò ad imbrunirsi. Il terremoto ebbe il suo epicentro presso Piane Crati e creò notevoli danni nei centri ad esso più prossimi, 28 in particolare, compresa Cosenza stessa. I comuni gravemente danneggiati contavano da un minimo di 1.000 a un massimo di 4.000 abitanti, tranne appunto il capoluogo, che all’epoca era popolato da poco meno di 14.000 persone. 500 le vittime totali del disastro, il quale andò a peggiorare le condizioni già disperate di una Calabria retrograda, povera e affannata.
All’epoca i trasporti commerciali erano molto difficoltosi, affrontati quasi tutti a dorso di mulo lungo la rete stradale che collegava Napoli e Reggio Calabria. Questa strada fu resa in agibile per diversi mesi dal sisma, che automaticamente rallentò gli aiuti dal Regno di Napoli e la futura ricostruzione dei centri distrutti. Tanti gli sfollati che per mesi dovettero accamparsi all’aperto e molti anche i disperati che decisero di lasciare definitivamente il Regno di Napoli in cerca di nuove fortune.