Il 19 Febbraio 1932, ben 84 anni fa, un forte terremoto di magnitudo 5.1 colpì San Zeno di Montagna, sulla sponda veronese del Lago di Garda. La scossa raggiunse un’intensità dell’Ottavo grado della scala Mercalli almeno in tre paesi, fra cui Lumini, dove si ebbe il massimo risentimento sismico. Secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l’evento in questione si sarebbe prodotto a circa 36 chilometri di profondità e sarebbe stato scatenato dal movimento di faglie relativamente giovani, createsi per via del corrugamento delle Alpi. Il terremoto, avvenuto alle 12,57, ha generato diverse situazioni di panico in molti centri attorno al Lago di Garda, specialmente a Costermano, Ceraino, Dolcè e a Riva del Garda, dove furono sospese le lezioni scolastiche. Crepe e lesioni si aprirono in molte abitazioni e crollarono fumaioli e anche alcuni tetti molto vecchi. Non si segnalarono danni a persone.
Secondo alcuni scienziati il forte evento tellurico del 1046 potrebbe essere attribuito proprio a questi sistemi di faglie relativamente giovani. In quel caso si riportarono danni gravi e rovine in almeno 30 castelli compresi fra Salorno e Ceraino, generati quindi da un terremoto molto più violento. Ai movimenti delle faglie intorno al Lago di Garda vengono attribuiti i terremoti di Salò del 1901 e più recenti piccoli sismi che hanno interessato Molina di Ledro e zone limitrofe.