Il 5 Febbraio del 1783, ben 233 anni fa, una scossa di magnitudo 6.9 della scala Richter diede inizio a quella che oggi ricordiamo come la “Crisi Simica Calabrese“, forse una delle più gravi nella storia del nostro Paese. Infatti, in 50 giorni, si verificarono 5 scosse di magnitudo compresa fra 5.9 e 6.9 della scala Richter, tutte di intensità stimata fra il IX e l’XI grado della scala Mercalli. L’imponente sequenza colpì un territorio abbastanza vasto della Calabria centromeridionale, quindi l’epicentro non si mantenne sempre nello stesso luogo. Infatti è anche per questo che l’evento raggiunse proporzioni davvero catastrofiche.
Il terremoto del 5 Febbraio 1783 si produsse mentre la popolazione era a tavola, durante l’ora di pranzo. Nessun preavviso significativo, nessun avvertimento. La terra iniziò a tremare con movimento oscillatorio violentissimo, facendo cadere in rovina case e strutture pubbliche, cambiando anche sensibilmente la morfologia di tutto il territorio. L’epicentro venne stimato nei pressi di Oppido Mamertina, in Aspromonte. Danni gravi in tutta la Calabria meridionale, soprattutto nella Piana di Gioia Taura, e a Messina, in Sicilia, dove scoppiò un incendio che distrusse molte vite. Alla fine dei terribili 50 giorni si contarono almeno 50.000 vittime.