Il 6 Febbraio 1971, precisamente 45 anni fa, una scossa di magnitudo compresa fra 4.5 e 5.2 colpì la zona di Tuscania, nel Lazio nordoccidentale. Il terremoto colpì alle 19,09 (ora italiana), quando molti erano da poco rincasati per la cena. Il sisma, durato pochi secondi, fu percepito in gran parte dell’Italia centrale, soprattutto sul confine fra Lazio Settentrionale e Toscana Meridionale dove si ebbero i maggiori effetti. Nella sola Tuscania l’intensità del terremoto, con una magnitudo non particolarmente elevata, fu valutata fra l’VIII-IX grado della scala Mercalli e provocò la morte di 31 persone.
Molti altri centri della provincia di Viterbo subirono danni di diverse entità, anche se Tuscania riportò le lesioni e i crolli più gravi. Circa il 60% degli edifici risultò danneggiato, la maggior parte di questi nel quartiere medievale, con muri a secco e paramenti esterni realizzati con materiali misti e riempiti di pietrame sciolto.
Questa è un’altra inequivocabile testimonianza della comprovata fragilità dei mezzi di prevenzione presenti nel nostro Paese contro fenomeni a cui siamo fortemente soggetti.