“Di fronte all’ennesima manifestazione di Coldiretti, che anche oggi insinua dubbi sulla qualità e sulla tracciabilità del grano estero in arrivo al Porto di Bari, Aidepi, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, risponde ricordando le 10 verità che tutti dovrebbero sapere sul grano e sulla pasta, per garantire una informazione corretta e completa ai milioni di italiani amanti di questo alimento”.
- La produzione italiana di grano duro non è sufficiente a soddisfare le richieste dei produttori italiani di pasta. C’è un deficit di materia prima nazionale pari a circa il 30-40% del fabbisogno del settore.
- L’industria pastaia importa da sempre grano duro dall’estero. Non è certo una novità di questi anni. Il mito della pasta italiana si è costruito nell’Ottocento, proprio utilizzando grano di altissima qualità russo e canadese.
- Il grano importato dall’estero è tracciato e sicuro: l’Ue, le autorità italiane e le aziende pastarie lo garantiscono attraverso un piano di controlli rigorosissimo lungo tutta la filiera.
- Il grano estero non viene comprato per risparmiare: spesso costa anche di più. Serve ad aggiungere stabilità alla qualità del grano italiano.
- La selezione dei migliori grani dipende dalla stagione e dalla qualità dei raccolti. Ecco perché i pastai li cercano in tutto il mondo. Oggi il migliore grano non italiano arriva soprattutto da Canada, Usa, Australia, Russia e Francia.
- Una eventuale contaminazione delle materie prime riguarda sia il grano italiano che quello straniero nella stessa misura. Se dai controlli delle aziende la materia prima non risulta essere a norma, non viene utilizzata per la pastificazione.
- Affermare che comprando pasta fatta con il 100% di grano duro nazionale si salva il granaio d’Italia è fuorviante. La produzione italiana viene salvata tutti i giorni dalle 120 aziende pastarie che acquistano in Italia il 60-70% del grano duro necessario per la produzione di pasta, cioè tutta la produzione di grano duro italiana.
- Produrre pasta solo con grano italiano costringerebbe molti italiani a rinunciare al loro piatto preferito e a un pilastro della dieta mediterranea. Siamo il più grande Paese consumatore di pasta, con 26 kg procapite all’anno. Il grano duro italiano non è sufficiente a coprire questa domanda. E comunque sono già in commercio prodotti realizzati con grano 100% di origine italiana.
- Producendo pasta fatta con solo grano italiano non potremmo esportarne il 58%, come facciamo attualmente. Con danni enormi al settore e agli altri comparti trainati dall’export di pasta, come olio, formaggio e pomodoro.
- La pasta italiana è sicuramente Made in Italy perché è frutto del saper fare del pastaio italiano e di una tradizione trasmessa da secoli. Sarebbe ingiusto e riduttivo ricondurre la qualità di questo prodotto alla sola origine della materia prima.