Brutte notizie per il prossimo fine settimana che sarà duramente penalizzato dallo sviluppo di un profondo ciclone extratropicale mediterraneo, che oltre a scaricare precipitazioni molto abbondanti e nevicate fino a bassa quota sulle Alpi, attiverà venti molto forti dai quadranti meridionali, con prevalenza dell’ostro e dello scirocco. Venti forti che domenica, localmente, potrebbero assumere l’intensità di tempesta, soprattutto sul settore più orientale del medio-basso Tirreno, fra le coste del Lazio e della Campania, e in seguito pure sullo Ionio, dove si attiveranno impetuosi venti da SE e S-SE che spazzeranno la Sicilia, la Calabria, la Puglia e parte delle coste adriatiche, fra Molise, Abruzzo, Marche e Romagna. Questo poderoso flusso sciroccale che domenica sferzerà l’Italia sarà messo in moto dal graduale avvicinamento di una profonda saccatura nord atlantica che evolverà rapidamente in ciclogenesi fra il mare di Sardegna e la Corsica.
L’isolamento di questa giovane e profonda ciclogenesi, con un minimo barico pronto a scendere al di sotto dei 990 hpa, contribuirà a comprimere il “gradiente barico orizzontale” fra il Mediterraneo centrale, i Balcani e il bacino orientale del mar Mediterraneo. Nel corso della giornata di domenica questo vortice depressionario, in spostamento verso l’alto Tirreno, tenderà ad approfondirsi ulteriormente. Il risultato di tale processo porta all’infittimento delle isobare sul Mediterraneo centro-occidentale (fra Spagna e Grecia), con la conseguente intensificazione dello scirocco fra mar Tirreno, Ionio e Adriatico.
Bisogna anche tenere presente che l’evoluzione verso levante della ciclogenesi verrà ostacolata ad est dalla strutturazione di un solido promontorio anticiclonico di blocco, che dall’entroterra egiziano si estenderà verso la Turchia, il bacino del mar Nero e il sud della Russia, ergendo una cupola altopressoria che esalterà ulteriormente il già intenso “gradiente barico orizzontale”. L’Italia, trovandosi ai margini fra le due grandi figure bariche appena enunciate, subirà gli effetti maggiori, trovandosi sotto un consistente “gradiente barico orizzontale” che terra vita ad una forte ventilazione meridionale, che dall’entroterra nord-africano si muoverà fin verso il medio Tirreno, lo Ionio e l’intero bacino adriatico.
L’impetuoso flusso sciroccale verrà sorretto dall’intrufolamento nel cuore dell’entroterra desertico marocchino e algerino (a sud della catena montuosa dell’Atlante) di masse d’aria piuttosto fresche e umide, d’estrazione temperata oceanica, spinte dai venti burrascosi da O-SO e Ovest, presenti sul lato meridionale della profonda area depressionaria, che dalle medie latitudini atlantiche si propagheranno velocemente verso le coste del Marocco e dell’alto Sahara occidentale. L’aria fresca e più umida, di origine atlantica, pompata dall’ampio vortice depressionario, si muoverà verso i deserti della regione del Maghreb, con sostenuti venti al suolo da Ovest e O-SO che dal Marocco si spingeranno fino all’entroterra desertico algerino e all’area dei grandi “Erg” (dune di sabbia), determinando anche delle tempeste di polvere e di sabbia che si espanderanno, da SO a NE, a gran parte del Sahara algerino.
Una volta insinuata in pieno deserto l’aria fresca e umida oceanica, in sfondamento da O-SO, andrà ad interagire con le masse d’aria più calde e molto secche preesistenti nei bassi strati sopra il Sahara algerino, determinando più ad est il conseguente richiamo di sostenute correnti dai quadranti meridionali che trasporteranno aria più calda, di origine sub-tropicale continentale, che dai deserti dell’Algeria meridionale e dalla regione del Fezzan (Libia meridionale) si muoverà verso le coste della Tripolitania e della Tunisia, originando anche dei drastici aumenti termici nelle suddette aree.
I venti meridionali, che risaliranno dai deserti dell’Algeria orientale e dall’ovest della Libia, verranno risucchiate dal fitto “gradiente barico orizzontale” presente sul Mediterraneo centrale, dirigendosi con forza verso i mari che circondano le isole maggiori e sul Tirreno e lo Ionio, dove si alzeranno intensi venti da SE che diverranno burrascosi (visto il notevole “gradiente”). Già dal pomeriggio di domani, con la progressione del profondo minimo barico e dell’annessa saccatura in quota (a 500 hpa) verso est, i massimi di “gradiente” si stabiliranno fra il basso Tirreno e lo Ionio.
Il sensibile infittimento delle isobare sui mari meridionali italiani rafforzerà il già presente flusso sciroccale nei bassi strati, attivando già dalla serata di sabato le prime burrasche da S-SE sul settore orientale del basso Tirreno che risaliranno verso le coste della Campania e del Lazio. Nella giornata di domenica l’inasprimento del divario barico tra i Balcani e il Mediterraneo centro-occidentale darà ulteriore enfasi al flusso sciroccale che risalirà molto velocemente lo Ionio e il settore più orientale del medio-basso Tirreno, con forti burrasche e rinforzi di tempesta, fino a forza 9-10 Beaufort, con raffiche che in mare aperto e nei punti maggiormente aperti delle coste potrebbero superare la fatidica soglia dei 100-110 km/h. Questi venti impetuosi, inoltre, contribuiranno a rendere i mari da agitati a molto agitati, con rischio di mareggiate veramente intense sulle coste ioniche di Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia, dove l’imponente moto ondoso sollevato dalle forti burrasche rischia di cagionare danni davvero ingenti.