Una volta assodata l’esistenza delle onde gravitazionali e soprattutto la loro effettiva osservabilità, gli scienziati ora si sbizzarriscono nel trovare quanti più modi possibili per studiarle.
L’idea appena proposta dal North American Nanohertz Observatory for Gravitational Waves (NANOGrav) si basa sull’utilizzo degli oggetti celesti più precisi esistenti in natura: le pulsar.
Una pulsar è una stella di neutroni rotante dal potentissimo campo magnetico ed è ciò che resta di una stella massiccia dopo l’esplosione come supernova. Queste stelle emettono fasci di onde radio che quando intercettano la Terra creano un caratteristico “bip” nei radiotelescopi.
In particolare, il team afferma che le onde gravitazionali a bassa frequenza potrebbero essere rilevate dai radiotelescopi esistenti.
Per avere successo bisogna possedere una rete di pulsar sparse in ogni direzione attorno alla Terra ed osservare una deviazione del segnale analoga in ciascuna pulsar
Le prime osservazioni di un set di pulsar superveloci da parte di NANOGrav risalgono al 2007, ma si tratta di un piccolo campione composto da solo 54 pulsar. Per arrivare alla precisione ed affidabilità desiderata è necessario monitorare molte più pulsar e per fare questo è necessaria una collaborazione mondiale che permetta di monitorare il cielo 24 ore su 24 da ogni parte del globo.