Astronomia: nuove ipotesi sulla scomparsa degli antichi crateri su Vesta

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Poco meno di 4 miliardi di anni fa il sistema solare interno è stato oggetto di un intenso bombardamento da parte di asteroidi e pulviscolo spaziale proveniente dalle regioni più esterne del sistema planetario. Questo periodo è noto come Late Heavy Bombardment (LHB) o Intenso Bombardamento Tardivo.
Pare che l’origine di questo bombardamento sia dovuta all’aggiustamento delle orbite di Giove e Saturno che, con il loro intenso campo gravitazionale hanno destabilizzato l’intera cintura asteroidale.
Vesta, uno dei più grossi asteroridi della Fascia Principale (posta tra Marte e Giove), mostra pochissimi segni di questo turbolento periodo.
Conosciamo la particolare condizione di Vesta grazie alle 12 foto scattate dalla sonda Dawn che lo incontrò da vicino nel 2011, durante il suo viaggio per il pianeta nano Cerere.

Il mistero si infittì durante l’analisi delle foto poiché Vesta, come tutti gli asteroidi, non possiede attività geologica o un’atmosfera che potessero cancellare eventuali tracce di impatti passati.
Secondo una nuova simulazione, condotta dalla Ph.D. Simona Pirani del Lund Observatory (Svezia), negli ultimi 4 miliardi di anni ci sarebbero stati abbastanza impatti da cancellare quasi tutti i segni di quel pesante bombardamento.

Il materiale eiettato dai nuovi crateri da impatto e le onde sismiche prodotte dagli impatti avrebbero progressivamente riempito e ricoperto i vecchi crateri. La spessa crosta di Vesta, profonda 20-30 km avrebbe così mantenuto solo i crateri più recenti o non coinvolti indirettamente da altri impatti.

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