Per migliaia di anni l’uomo ha tramandato oralmente la conoscenza del cielo, riuscendo con semplici calcoli a conquistare il mondo e a porre le basi per la predizione dei fenomeni celesti e la nascita dei sistemi di coordinate geografiche ed astronomiche. Con lo sviluppo della scrittura e, successivamente, con la diffusione del libro, è stato possibile trasmettere il sapere astronomico in maniera più chiara, univoca e completa attraverso le generazioni: nacquero così i primi cataloghi e le prime mappe celesti.
Solo negli ultimi vent’anni siamo passati dall’atlante stampato (per moltissimi versi tutt’ora utilissimo) a supporti elettronici come i planetari virtuali, potentissime macchine del tempo che ci permettono di predire e visualizzare su uno schermo qualunque fenomeno che gli oggetti celesti presenti nella banca dati possono configurare. Ma non solo: danno informazioni dettagliate sugli oggetti del sistema solare, della nostra galassia e del cielo profondo.
anni nel futuro e da qualsiasi luogo di osservazione!
Ma solo a partire una decina di anni fa, con il boom dei primi piccoli pc portatili, degli smartphone e dei primi tablet, si è concretizzata la sfida di portare questi planetari virtuali sul campo, al fianco dell’astrofilo o del semplice curioso.
Nel contempo nacquero e si diffusero anche le prime montature elettroniche dei telescopi amatoriali, che grazie agli algoritmi di un planetario virtuale, permettevano all’osservatore di trovare un oggetto celeste memorizzato ed inseguirlo, controbilanciando la fastidiosa ma inevitabile rotazione della Terra.
Planetari virtuali sempre più completi e realistici si sono diffusi su ogni supporto elettronico negli ultimi anni e questo ha segnato l’inizio di un nuovo modo di orientarsi nell’affascinante vastità del cielo, dipendente non più dalla memoria o dalla precisione dell’atlante cartaceo ma bensì dalla durata della batteria del dispositivo su cui si avvia il planetario virtuale!
Ogni anno vengono create e distribuite decine di app astronomiche che svolgono i più disparati compiti: dall’osservazione del cielo a quella dei transiti visibili della Stazione Spaziale Internazionale, da quelle che permettono di riconoscere la stella Polare a quelle che simulano un viaggio in lungo ed in largo per il sistema solare.
Chiunque oggi può godersi il cielo in maniera consapevole ed immediata. Ma, come in tutte le cose, ci sono dei pregi e dei difetti.
I pregi li abbiamo appena elencati.
Dunque le app astronomiche sono inutili? Assolutamente no! Come tutte le cose, per poterle utilizzare al meglio ed efficacemente, bisogna prima conoscere due o tre semplicissime basi di astronomia osservativa. Le app sono un aiuto, non un punto di partenza!
L’Italia è disseminata capillarmente di centinaia di associazioni di appassionati di astronomia, gli astrofili, che saranno davvero felici di insegnarvi (il più delle volte assolutamente gratis) queste semplici nozioni e guidarvi alla scoperta consapevole del cielo stellato.