Buco nero emette un potente getto di raggi X, una scoperta “casuale”

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Quando l’universo era aveva solamente 2.7 miliardi di anni, la galassia-quasar B3 0727+409 emise dal suo nucleo un potente getto di radiazioni che si propagò per oltre 300.000 anni luce nello spazio intergalattico.
Come facciamo a saperlo? Perché da allora sono passati 11 miliardi di anni e, viaggiando alla velocità della luce, solo ora ci è giunta l’immagine di quell’ormai evento remoto.
L’immagine del lontanissimo quasar e del suo getto è stata catturata da Chandra, il telescopio spaziale a raggi X della NASA.
Come si generino questi incredibili getti di raggi X è ancora un mistero in fase di studio: gli astronomi si aspettavano infatti di rilevare una potente emissione nelle onde radio e non di raggi X, ma nessun segnale radio è stato captato.

Gli elettroni del getto, che scappano dal buco nero supermassiccio alla velocità della luce per centinaia di migliaia di anni luce, interagiscono con l’energetica radiazione cosmica di fondo e vengono eccitati fino ad emettere radiazione nella banda dei raggi X.
Ci si chiede ora se possano esistere, e quanti sono, getti di raggi X emessi da quasar che non mostrano una controparte nelle onde radio.

Le condizioni in cui il buco nero supermassiccio al centro di quella remotissima galassia possa aver generato il getto osservato possono essere diverse da quelle che generano fenomeni analoghi nello spazio più vicino alla nostra galassia.
La scoperta del getto è stata casuale: Chandra era concentrato su altre ricerche ma, fortunatamente, il quasar è rientrato nello stesso campo.
Gli astronomi conoscono pochi esempi di getto di quasar distanti abbastanza da vedere la loro immagine ai raggi X resa più brillante dalla radiazione cosmica di fondo. Infatti nel giovane universo la radiazione cosmica di fondo era estremamente più energetica di quella che rileviamo oggi, dopo 11 miliardi di anni e di espansione dell’universo.

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