“Parigi non è la tappa finale, ma l’inizio di un percorso che dura 85 anni, ben al di là della nostra stessa permanenza su questo pianeta“. Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, in commissione Ambiente al Senato . “Italia e Unione Europea sono state all’altezza delle aspettative, hanno avuto un eccellente ruolo di guida nel dibattito che ha alimentato le conclusioni, come nella revisione quinquennale degli impegni, l’obbiettivo di lungo termine, le regole del siotema di rendicontazione. Arrivano inoltre dall’Europa la maggior parte delle risorse finanziarie stanziate per i paesi in via di sviluppo. Sono convinto che il governo italiano abbia giocato un ruolo attivo facendo valere propria influenza“.
“Le azioni che i Paesi si sono impegnati a fare nel 2015, e che sono divenute vincolanti, non portano all’obiettivo dei 2 gradi, ma al massimo ai 2.6. Quello che ci fa dire che l’accordo di Parigi è buono è l’architettura dello stesso, che impegna i Paesi nel corso del tempo a presentare azioni più virtuose di quelle presentante, e non recedere“, ha dichiarato ancora Galletti. “Chi ha vissuto Parigi ha visto la grande esperienza di una Europa unita, con una grande forza e spinta per il raggiungimento dell’accordo, nonostante tutta l’Europa influisca solo per il 9% all’inquinamento globale e abbia una politica ambientale molto avanzata. Spesso l’Europa fatica a ragionare con una sola voce, ma stavolta è stato così“.
L’obiettivo da raggiungere è quello di mantenere il cambiamento climatico entro i 2 gradi entro il 2100, facendo tutti gli sforzi globali necessari per arrivare all’1,5. Per Galletti “l‘accordo se riguarda tutti deve poter salvare tutti, perché sappiamo benissimo che con 2 gradi ci sono isole che rischiano di non salvarsi“. “Il Ministero non è una banca, tutto l’iter amministrativo” per provvedimenti antismog e bandi di gara viene condiviso “con i Comuni e alcuni ministeri. Il mio problema è riuscire a spenderli” i soldi, e “fare le cose per bene con le regioni e gli enti locali, individuare bene l’obiettivo a cui arrivare, per cui devi fare tutti gli atti“. ha riferito ancora Galletti rispondendo ai parlamentari della commissione Ambiente del Senato a domande sulla lotta all’inquinamento nelle città. “Ad ogni riunione” viene chiesto di “trovare soldi nuovi pensando di risolvere il problema ma non è proprio così“. Nell’elencare le misure previste dal Protocollo stilato dal ministero insieme ad Anci e Conferenza delle regioni, Galletti ha sottolineato che “è solo un’indicazione” che viene data “agli enti locali e alle Regioni, che restano titolari della decisione finale“. Le indicazioni servono “per omogeneizzare gli interventi“.
Per la rottamazione delle auto maggiormente inquinanti sarà il “tavolo verde” sulla lotta allo smog, che si riunirà ogni mese-mese e mezzo al ministero dell’Ambiente, che “dovrà valutare se deve entrare nella politica della qualità dell’aria”. Lo ha spiegato il ministro Gian Luca Galletti, in commissione Ambiente del Senato, rispondendo alle domande dei parlamentari. Nel tavolo ambientale, ha aggiunto il ministro, “c’è la politica, e insieme agli assessori” all’ambiente degli enti locali e delle Regioni si valutano “i tempi e gli obiettivi che si erano dati, per vedere come spendere le risorse”.
“La mia circolare è già alla Corte dei conti, quando torna posso fare il bando definitivo”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a proposito dei provvedimenti decisi ieri per affrontare l’emergenza smog che prevedono 50 milioni di euro per colonnine di ricarica elettrica e 35 per la mobilità sostenibile.