Azzerare le condotte scorrette che si possono configurare nel mondo della ricerca italiana. Tra queste: falsificazione dei dati, manipolazione di immagini, plagi, che “sono fenomeni che nella comunità scientifica italiana non si rinvengono con facilità: abbiamo accertato comportamenti non corretti solo in 17 casi, altri 60 circa sono all’esame, ma parliamo di un numero di studi che va comparato a una produzione di 20.000 articoli. Nonostante questo, nonostante il nostro Paese sia virtuoso, l’obiettivo è quello di difendere la credibilità della ricerca, arrivando ad azzerare qualsiasi caso che possa metterla in dubbio“. A tracciare il bilancio dell’ultimo biennio di attività della commissione per l’Etica della ricerca e la bioetica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), presieduta da Luigi Nicolais, è la coordinatrice Cinzia Caporale. Nel biennio 2014-2015, sono state 8 le segnalazioni complessive di scorrettezze di questo tipo, per un totale di 98 articoli scientifici. Larghissima però la prevalenza di autori ‘extra-Cnr’ in quegli articoli. E in 17 casi la condotta scorretta è stata riconosciuta: “Molto spesso – spiega Caporale all’Adnkronos Salute – si tratta di ‘abbellimenti’, leggerezze, negligenze. Ma è un numero che ci fa affermare come la nostra comunità scientifica non sia particolarmente compromessa: non esiste una specificità ‘nella scorrettezza’, soprattutto all’interno del Cnr. Ma si è comunque deciso di mettere a disposizione uno strumento come quello di una commissione ad hoc sull’etica e la bioetica nella ricerca, che è oggi una ‘best practice’ in Italia“. In Italia “le condotte scorrette sono un fenomeno limitato. Ma il coraggio, ribadito oggi dal presidente Nicolais anche con il rinnovo della commissione per altri tre anni, è dire anche se è un problema limitato è troppo importante proseguire a salvaguardia della credibilità delle istituzioni di ricerca. Nel mondo si stima che l’1-2% dei ricercatori ammetta di aver partecipato a una frode scientifica, ma quando invece si chiede loro se ne conoscono una fatta da qualche altro collega, la percentuale sale anche al 10%. Naturalmente nel primo caso si tratta di un numero sottostimato e nel secondo sovrastimato. Ma, in entrambi i casi, quantitativamente rilevante per la reputazione della scienza. La comunità ha la capacità di auto-emendarsi e auto-regolarsi. Noi abbiamo messo a punto linee guida specifiche, un ‘framework’ di qualità eccellente. La nostra idea è fare etica all’interno e con la comunità scientifica, non contro. Il documento è stato in consultazione pubblica e ci saranno delle versioni riviste per sviluppare la materia, in una logica non sanzionatoria. Al contrario, com’è anche l’orientamento europeo, è più importante l’emersione dei casi e la loro correzione, piuttosto che l’omertà o, appunto, la sanzione“.
La commissione per l’Etica della ricerca e la bioetica del Cnr – spiega il Consiglio – è un organismo indipendente istituito dal presidente con funzioni di consulenza per l’ente in materia di etica della ricerca, bioetica e biodiritto. L’etica della ricerca è una delle priorità della programmazione dell’Unione Europea per la costruzione di un’area comune di eccellenza scientifica e la definizione di buone regole di condotta per la ricerca scientifica. La commissione ha prodotto le ‘Linee guida per l’integrità nella ricerca‘, il primo documento nazionale che affronta la tematica in modo ampio e articolato.