Si chiama «Flash Drive for Freedom» ed è stata lanciata dalle Ong statunitensi Human Rights Foundation (HRF) e Forum 280. Si basa sul principio che delle chiavette Usb contenenti le giuste informazioni, potrebbero abbattere un regimo dispotico come quello della Corea del Nord, ridando la libertà culturale ai suoi cittadini. Il regime di Kim Jong-Un è assolutamente chiuso verso il mondo esterno, anche da un punto di vista tecnologico. Navigare su internet per i nord coreani significa poter visitare solo pagine nazionali, senza poter accedere a nulla che sia «esterno» alla Rete del Paese. La navigazione è controllata da “Red Star“: basato su Linux, può tracciare qualunque attività digitale che l’utente attua sul proprio computer, permette di accedere solo a siti “amici”, di installare solo programmi approvati e infine controlla tutti i file in entrate e uscita. La propaganda, dunque, è “chiusa fuori” e nessun cittadino può avere contatti con persone o idee diverse da quelle del regime. Secondo le Ong statunitensi l’unico modo per penetrare questa chiusura ermetica è quello di utilizzare delle chiavette Usb.
E’ già partito, dunque, nel mondo occidentale, una sorta di accantonamento delle memorie di massa. Come spiegano gli ideatori di “Flash Drive for Freedom”, i supporti Usb “Sono mezzi vitali per il trasferimento di informazioni per milioni di persone nel mondo. Soprattutto in Corea del Nord”. Con la campagna messa in atto si stanno raccogliendo flash drive inutilizzate in tutto il mondo e si stanno inserendo contenuti che informino i cittadini nordcoreani. Per donare le chiavette è sufficiente inviarle all’indirizzo indicato sulla pagina web del progetto. Le chiavette saranno poi riempite con “delle finestre sul mondo esterno” come film, libri e volantini e poi contrabbandate in Nord Corea grazie alle organizzazioni di rifugiati nordcoreani. Non si tratta di un’azione semplice: le pene per chi contrabbanda materiale contrario ai principi del regime è la morte (basti pensare che solo nel 2013 ci sono state 80 esecuzioni).
Secondo l’organizzazione di dissidenti North Korea Intellectuals Solidarity i computer presenti nel Paese sono pochi e per lo più inutilizzabili. Ciò che circola maggiormente sono i «notels» o «notetels»: lettori portatili con display da 10 pollici, una sorta di mini computer che può riprodurre file multimediali direttamente dalla presa Usb o dalle schede SD. Per contrabbandare materiale indesiderato dal regime nordcoreano i metodi sono diversi, tra cui piccoli palloni aerostatici fatti partire dalla Corea del Sud e poi fatti scoppiare al momento giusto oltre la frontiera. Le chiavette Usb vengono contrabbandate attraverso i camion che dalla Cina entrano in Nord Corea carichi di rifornimenti, o ancora vengono fatte passare a mano, di notte, attraverso i fiumi Tumen e Yalu, confini naturali del nord del Paese. O ancora: corruzione delle guardie, utilizzo di walkie talkie, contrabbandieri. Tutti sistemi, insomma, che permettono alle organizzazioni umanitarie di far passare dalle 3000 alle 5000 chiavette l’anno al di là del confine. Grazia alla capillare diffusione dei notels, però, ora si vuole alzare il tiro e far passare almeno 10000 chiavette l’anno.