Emergenza siccità, in Piemonte scatta l’allarme per le risaie: “situazione grave, comparto a rischio”

MeteoWeb

In Piemonte, e più in generale nell’area del Nord Ovest, la siccità sta mettendo a rischio soprattutto il riso e “la preoccupazione è massima”. Lo denunciano l’Ente Risi e le organizzazioni di categoria Cia, Confagricoltura e Coldiretti Piemonte. “Da quasi cento giorni non si registrano piogge significative, sia sull’arco alpino, sia sulla Pianura Padana – scrivono -. La prolungata assenza di precipitazioni sta mettendo a rischio la stagione del riso“. “C’è forte preoccupazione condivisa – hanno sottolineato le associazioni agricole -. L’intero comparto agricolo compreso tra la Dora Baltea e il Ticino è a rischio nel caso in cui continuasse questa mancanza di piogge e nevicate“. Le associazioni sollecitano il coinvolgimento delle istituzioni e degli enti preposti “affinché vengano mantenuti nei bacini idrici naturali ed artificiali le risorse idriche essenziali per la prossima stagione irrigua“.

LaPresse/XinHua
LaPresse/XinHua

La Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, del Piemonte ha rincarato la dose: “già oggi si possono prevedere significativi deficit – spiegano i rappresentanti dell’Organizzazione – a partire dalla seconda meta’ di giugno, fino al termine della stagione irrigua estiva. Quindi, a meno di piogge ben distribuite nell’arco dei mesi estivi, le uniche fonti per l’irrigazione saranno i volumi accumulati nei laghi prealpini. In particolare per il Lago Maggiore sara’ vitale la possibilita’ di raggiungere in primavera la quota di invaso di un metro e cinquanta oltre lo zero idrometrico, in deroga alle attuali regole“. Cia, Confagricoltura e Coldiretti si sono incontrate per fare il punto ed hanno sollecitato “le istituzioni ad intervenire immediatamente presso gli enti preposti, quali autorita’ di bacino e ministero ambiente, e il governo, affinche’ vengano mantenuti nei bacini idrici, naturali ed artificiali, le risorse idriche essenziali per la prossima stagione irrigua“. Si rischia di mettere “in crisi tutto un comparto, specie quello risicolo e la sua filiera industriale, che oggi da’ occupazione e redditi a migliaia di persone, che interessa oltre 10.000 aziende agricole per una superficie di almeno 300.000 ettari ed un indotto economico di almeno un miliardo di euro“. Le organizzazioni agricole inoltre “ritengono essenziale intervenire in deroga a normare il deflusso minimo vitale, alla luce delle eccezionali situazioni che si presenteranno“.

Condividi