Viaggio alla scoperta dell’incantevole Sambuca di Sicilia

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In lizza con altri suggestivi paesi di tutte le regioni d’Italia per conquistare il titolo di “Borgo dei Borghi 2016”troviamo Sambuca di Sicilia, situato nell’entroterra sud/occidentale della Sicilia, ai margini della Valle del Belice e alle pendici del Monte Genuardo.

L’odierna Sambuca fu fondata dagli Arabi intorno all’830 d.C., qualche anno dopo il loro sbarco in Sicilia. La chiamarono Zabuth, pare in onore dl giovane emiro arabo Al Zabut che aveva fatto erigere, in quel luogo, un castello. Zabut fu abitata da popolazione islamica fino al tredicesimo secolo, quando si ribellò alle operazioni di consolidamento imperiale ordinate da Federico II che costruì il Castello di Giuliana da usarsi come quartiere generale per la soluzione della “questione saracena” in Sicilia, voluta dal Papa. Zabut resistette per due anni ma la resistenza fu stroncata nel 1225 e la strage fu totale.Sambuca conserva ancora le tracce di questa sua matrice islamica nel “quartiere arabo”, costituito da un impianto urbano che si sviluppò attorno a sette “Vicoli saraceni”, trasformati in un museo vivente di storia arabo-sicula e nella fortezza di Mazzallakkar sulle sponde del lago Arancio che viene sommersa ogni qualvolta s’innalza il livello del lago.

SAMBUCADal quindicesimo al diciassettesimo secolo, conobbe alterne vicende: prosperità e pestilenze, benessere e miseria, splendore e terremoti. Nonostante tutto progredì. La giurisdizione passò alla famiglia romana Barberini e sorsero nuovi quartieri, si allargarono le mura cittadine, vennero costruiti palazzi baronali e signorili, chiese, monasteri, conventi. Da baronia la Terra della Sambuca venne promossa con privilegio di Filippo II di Spagna a marchesato, il quale, nel 1666, passò ai Beccadelli. Se nell’800 a Sambuca si formò una classe medio-borghese illuminata, formata da letterati, poeti e patrioti, nel 1928 Mussolini cancellò il nome Zabut e specificò Sambuca regionalmente aggiungendo “di Sicilia”. Cosa visitare? Il suggestivo centro storico.

Oltre a “Li sette vaneddi” è possibile ammirare palazzi che hanno mantenuto il loro fascino nei secoli e chiese piene di tesori nascosti.Da non perdere la Chiesa di la Matrici e lu Calvariu, resti dell’antico castello dell’Emiro. Dal Calvario, battezzato «Belvedere», si può ammirare uno stupendo panorama che sconfina oltre le terre sambucesi sino alle terre sveve di Giuliana di Caltabellotta di Chiusa Sclafani, nello sfondo le montagne delle Rose e la catena interna dei Monti Sicani.Importanti anche la Chiesa del Carmine, con la statua marmorea della Madonna dell’Udienza, e la Chiesa di San Michele , con il fercolo equestre in legno di San Giorgio che trafigge il drago.Ed ancora il Palazzo Panitteri sede del Museo Etnoantropologico della terra di Zabut, il Teatro Comunale e la Pinacoteca Giambecchina.Fuori dal centro abitato, direzione nord, si osservano i resti dell’acquedotto”di tipo romano”che portava l’acqua dalla contrada Adragna al paese, costruito nel secolo XVII secolo.

Seguendo la segnaletica, si raggiunge il sito degli scavi archeologici di Adranone, antica ed imponente città greco-punica, devota al culto del Dio Adrano, da ciò il nome di Adranone. Il sito è stato violentemente distrutto intorno alla metà del III secolo a.C. dai romani, durante la prima guerra servile per aver dato appoggio incondizionato agli schiavi ribelli. Nella visita agli scavi sono interessanti da vedere i resti di una fattoria e le tombe della necropoli, in particolare quella della Regina. A Sud del paese, nei pressi del Lago Arancio, rimane il fortino arabo di Mazzallakkar, restaurato, del quale emergono le torri nei soli mesi estivi, quando il livello del lago si abbassa. Sambuca di Sicilia, è conosciuta per un tradizionale dolce arrivato fino ai giorni nostri, con l’arcaico appellativo di “Minni di virgini”, “seni di vergini”.

Questa ghiottoneria, massima espressione della fantasia dolciaria di queste terre del sud, é legato indissolubilmente alla Sambuca-Zabut del XVIII secolo, ed in particolare alla nobile famiglia Beccadelli. Donna Francesca Reggio, divenuta Marchesa di Sambuca per aver sposato Don Giuseppe, in occasione delle nozze dell’unico figlio Pietro, chiese a Suor Virginia Casale di Rocca Menna del collegio di Maria “di mettercela tutta per escogitare le novità assolute nei campi di loro competenza e, tra questi, nel campo della dolciaria.” Nell’anno 1725, la suora creava una delle più soave paste della pasticceria siciliana.

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