Abbiamo aspettato proprio l’ultimo momento utile per poter decretare “finito” l’inverno 2015/2016, una stagione bizzarra perché anonima in termini di freddo e neve. L’unico evento invernale degno di nota è stata la “tempesta polare” che ha colpito l’Italia tra 16 e 18 gennaio, un’ondata di gelo molto intensa che ha portato la neve fin sulle coste dell’estremo Sud ma è stato un fenomeno isolato in un contesto stagionale eccezionalmente mite prima con il poderoso anticiclone che ha provocato non solo caldo, ma anche siccità, smog e incendi fuori stagione tra fine ottobre e inizio febbraio, e adesso il tiepido flusso zonale atlantico che ha riportato il maltempo ma con neve solo ad alta quota e temperature sempre di gran lunga superiori rispetto alle medie del periodo.
Siamo ormai a ridosso di metà febbraio e almeno per i prossimi dieci giorni non si verificheranno irruzioni di freddo significativo. Nonostante il maltempo che si susseguirà sull’Italia, il clima sarà molto mite al centro/sud, a tratti più fresco al nord con un possibile calo delle temperature la prossima settimana e qualche nevicata fin in collina sulle Alpi, ma nulla di particolarmente rilevante. Siamo quindi giunti al momento in cui possiamo davvero parlare di “anno senza inverno“: anche se a marzo dovesse verificarsi qualche irruzione fredda, o poi se dovessimo avere una primavera con anomalie termiche negative, la stagione invernale sarà stata comunque compromessa in termini di freddo e neve.
E’ ancora prematuro azzardare analisi e bilanci stagionali. Certamente però possiamo esprimere una riflessione importante. L’anno senza inverno di questa stagione sull’Italia non è certo legato al global warming o ai cambiamenti climatici planetari. Se così fosse, nell’arco di meno di un decennio l’Europa sarebbe un deserto più arido del Sahara e le stazioni sciistiche di gran parte del continente potrebbero chiudere i battenti.
Sarebbe come a dire che dopo la nevicata dell’anno scorso sulla spiaggia di Capo Passero (Siracusa) in Sicilia, qualcuno volesse farci skilift e seggiovie perché “nevica sempre di più“. Non facciamo riferimento a quell’evento per caso. E’ stata una nevicata epocale, in località che non si imbiancavano da oltre 150 anni e che in alcuni casi non avevano mai visto la neve o, almeno, ciò non è documentato negli archivi climatologici relativi agli ultimi due-tre secoli e alle testimonianze che si tramandano di generazione in generazione.
Negli ultimi anni l’Italia ha vissuto grandi eventi storici di freddo e neve. E’ successo a febbraio 2012, appena 4 anni fa: una data storica. Freddo e nevicate come era accaduto soltanto altre tre volte nell’ultimo secolo (1929, 1956 e 1985). Poi appunto l’inverno 2014/2015 eccezionale per il Sud Italia con numerose nevicate fin sulle coste e accumuli abbondanti fino a bassa quota sui rilievi appenninici con tanto di record a Capracotta.
L’anno senza inverno di questa stagione non rientra in alcun tipo di trend climatico: episodi così sono capitati più e più volte nel corso della storia. E’ successo nell’inverno 2006/2007, quando però l’inverno è stato sì molto mite ma anche altrettanto piovoso: come sta succedendo in questo febbraio dominato dal flusso zonale atlantico.
L’inverno che più si avvicina a quello in atto è, almeno negli ultimi decenni, il 1997/1998: molto simile a questa stagione, con un grande anticiclone ad occupare l’area Euro-Mediterranea provocando anomalie di caldo e di siccità. L’unica ondata di freddo di quella stagione fu l’11 marzo, intensa e veloce. Poi la primavera fu normale, senza particolari anomalie ne’ fredde ne’ calde. Guarda caso, nel 1997 si verificava l’ultimo grande evento di El Niño nell’oceano Pacifico come accaduto nel 2015. Ecco perchè nelle anomalie di questa stagione Euro-Mediterranea non c’entra il global warming ma c’è lo zampino di El Niño che stravolge il clima di tutto il Pianeta scombussolando a catena quello delle varie macro-regioni.
Per la cronaca è giusto ricordare che nell’anno successivo, inverno 1998/1999, si verificarono eccezionali nevicate fin su coste e pianure al Sud dopo la formazione del fenomeno de La Niña che segue El Niño e che è già stato previsto per i prossimi mesi. Bando ai piagnistei, quindi: gli appassionati di freddo e neve possono rincuorarsi pensando alla prossima stagione e archiviando quella in atto, senza però dimenticare che ancora per diverse settimane potrebbe verificarsi qualche sorprendente “colpo di coda”. Se ci sarà, si tratterà ormai di un evento rapido e isolato in un contesto stagionale bollente. Ma in una stagione così bisogna attaccarsi a tutto pur di apprezzare quel poco che il Generale Inverno riesce a regalare.