Qualunque cosa accade nello spazio, da quello prossimo alla Terra ai confini dell’universo, è uno spettacolo che viene proiettato sullo schermo più grande che esista: il cielo.
Osservare il cielo è come guardare la televisione: ciò che osserviamo da casa è un’immagine piatta (rappresentazione bidimensionale) di ciò che in realtà, sta accadendo nello studio televisivo (realtà tridimensionale).
Quindi, quando osserviamo gli oggetti celesti ciò che vediamo è una enorme istantanea di quello che sta succedendo nel cielo e che siamo in grado di osservare in quel preciso istante e luogo.
Un esempio curioso è quello legato alle costellazioni: associazioni apparenti di stelle sufficientemente luminose che l’umanità, nel corso dei millenni, ha adottato per proiettare in cielo figure reali o mitologiche. La prima cosa che si potrebbe ipotizzare è che quel disegno celeste che osserviamo sia in realtà composto da stelle poste alla stessa distanza dalla Terra e fisicamente legate tra loro. Nulla di più falso in realtà! Concorrono numerosi (spesso sconosciuti) fattori per far sì che questo spettacolo su grande schermo ci accompagni ogni notte dall’alba dell’umanità.
La combinazione dell’apparentemente lento procedere della Terra nello spazio, della presenza dell’atmosfera, della conformazione dei nostri occhi e della capacità di elaborazione del nostro cervello, produce l’immagine finale. Quasi nulla è esattamente ciò che sembra!
E i pianeti visibili in queste mattine?
I pianeti del sistema solare compiono orbite più o meno circolari attorno al Sole, poste tutte su uno stesso piano (che possiede una determinata inclinazione). Bisogna tener presente due importanti fattori: l’inclinazione dell’asse terrestre e i tempi di rivoluzione dei pianeti attorno al Sole. Il primo è fondamentale poiché rappresenta il nostro orizzonte, ovvero l’inclinazione con la quale guardiamo tutti gli spettacoli che il nostro sistema solare ci più offrire (perché bisogna ricordare che non siamo spettatori esterni al sistema solare, bensì facciamo parte della giostra!).
Il secondo è importantissimo e spiega il perché, osservando all’alba in direzione del Sole che sta per sorgere, scorgiamo pianeti che non dovrebbero trovarsi tra noi e il Sole, come Marte, Giove, Saturno. La spiegazione è il risultato di quanto si affermava circa la tridimensionalità dei fenomeni celesti: osservare in direzione del Sole significa osservare anche tutto ciò che si trova dietro il nostro astro ma nello stesso campo visivo! Se alcuni pianeti, percorrendo le loro orbite complanari, vengono a trovarsi prospetticamente dietro il Sole, dalla Terra li vedremo disposti lungo un’unica linea immaginaria che parte Sole e sale con un certo angolo rispetto all’orizzonte. Questi stessi pianeti, nel momento in cui si troveranno dietro il Sole, risulteranno invisibili dalla Terra.
Anche la Luna segue questa linea e talvolta produce splendidi incontri ravvicinati con i vari pianeti o addirittura li occulta, transitandovi sopra.