Stilo è tra le mete più interessanti della Calabria. Quest’antico borgo vanta una posizione spettacolare,essendo disposto a gradinate sulla pietra tufacea, sopra un pendio a ulivi e viti. La sua nascita è , forse, legata alle vicende di Caulonia Greca, distrutta da Dioniso il Vecchio nel 389 a. C. Notizie certe si hanno intorno al 900/1000, con l’arrivo nella Vallata dello Stilaro di monaci orientali che si stabilirono sul monte Consolino, vivendo in grotte naturali, cibandosi di erbe che crescevano sulla nuda roccia e vestendosi con pellami di animali. Sono stati questi monaci a dare una forte impronta storico/culturale alla città di Stilo, facendo acquisire alle popolazioni indigene la lingua e persino la religione greca… cultura che rimarrà radicata nella popolazione sino al 1500.
Furono loro a costruire, proprio alle pendici del monte Consolino, la famosissima Cattolica, la chiesa più famosa di Stilo, tra le più belle della Calabria, definita “mirabile fiore, sbocciato tra le rocce del Consolino 1000 e più anni fa”, riconosciuta da tutti i critici d’arte come un’opera unica nella particolarità della sua costruzione e del suo meraviglioso equilibrio architettonico, che si rifà al modello della Croce greca inscritta, tipica del periodo medio/bizantino. Meritano di essere visitate anche la Chiesa di San Giovanni Therestys, i cui lavori iniziarono nel 1625 per opera dei frati di San Francesco di Paola per poi essere terminati dai Padri Redentoristi nel 1791, la Chiesa di San Francesco con annessa una magnifica torre di guardia del 1300; la Chiesa di San Domenico, in pieno centro storico, presso porta Stefanina, una delle porte d’accesso di Stilo; costruita dai Padri Domenicani intorno al 1600.
Imperdibili il Duomo di Stilo ed il Castello, di cui restano solo ruderi; fatto costruire nel XI secolo da Ruggero II il Normanno a salvaguardia del feudo e del dominio che la casa regnante, cui la fortezza apparteneva, aveva stabilito nella zona. Stilo, d’altronde, è la città del filosofo Tommaso Campanella, il cui nome natale era Giovanni Domenico Campanella, nato il 5 settembre 1568 da un’umile famiglia calabrese. Tra le pietanze tipiche della cucina stilese: la pasta fatta in casa con il ferretto, condita con pomodoro al sugo e pomodoro fatto essiccare al sole, poi cotto nel forno tipico a legna. Non mancano ottimi salumi e formaggi, cinghiale e selvaggina accompagnati con patate alla brace e, tra i dolci tipici, la pitta con dentro noci, fichi secchi e uva.
Imperdibile il Palio di Ribusa, la cui costituzione è legata allo svolgimento della Fera de Rebusa, una delle più importanti fiere del Regno di Napoli, ripresa solo nel 1997, dopo una lunga parenesi durata 280 anni. Orgoglio degli Stilesi, che già nel 1600 entrarono a far parte delle 110 città più famose d’Italia, consiste in una gara con tornei cavallereschi e delegati dei 5 Casali (Pazzano, Carini, Riace, Stignano e Guardavalle). Durante lo svolgimento, i cavalieri esprimono le proprie doti di abilità con il tiro al cerchio, all’anello, il tiro con l’arco, con la balestra e al montone. Le gare sono precedute da un rito solenne, prima dell’inaugurazione della Fiera, cui partecipano tutte le autorità locali, accompagnate da cavalieri con stendardi e cavalli bardati, suonatori di tamburi e trombe, araldi e armigeri.