“Le donne che vogliono mettere fine a una gravidanza per paura della microcefalia dovrebbero avere accesso a servizi sicuri per abortire. Dovrebbero consultare uno specialista per avere informazioni accurate su come accedere a servizi di interruzione della gravidanza sicuri“. A dichiararlo è l’Oms, in un decalogo rivolto alle donne sul virus Zika. L’Oms, infatti, rimane sempre sulla stessa posizione soprattutto a causa del coinvolgimento delle donne incinte. La Chiesa, però, resta ferma nelle sue posizioni. Infatti, la Conferenza episcopale brasiliana è contraria ad ammettere l’aborto, anche nei casi di microcefalia fetale. “Così si favorisce l’eugenetica, ovvero la pratica di selezionare persone perfette“, ha detto il segretario generale della Cnbb, don Leonardo Steiner, al quotidiano ‘Estado de S.Paulo’. “La microcefalia è presente in Brasile da anni. Ci si sta approfittando del momento per introdurre di nuovo il tema dell’aborto“, ha aggiunto il religioso. Il virus Zika continua la sua espansione, infatti ogni giorno aumentano i paesi contagiati. In Cina è stato annunciato il primo caso, mentre in Italia si parla di 10 casi. E’ stato segnalato anche un caso in Australia, dove una donna incinta al rientro da un viaggio all’estero è risultata positiva a Zika. In vista del viaggio di Papa Francesco in Messico, l’allerta è massima. Infatti, le autorità hanno deciso di attivare alcune misure sanitarie contro il virus. Sia a San Cristòbal de las Casas sia a Tuxtla Gutierrez sono state attivate misure sanitarie blindate. Misure simili sono state prese anche a Michoacan. Al programma anti-Zika partecipano anche 120 medici, 145 infermieri, 60 tecnici sanitari e 45 psicologi. La preoccupazione maggiore è la velocità con cui si propaga Zika. Nonostante questo, i ricercatori continuano a cercare un vaccino.