8 Marzo 1832: il violento terremoto che devastò le province di Crotone e Catanzaro

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L’8 Marzo 1832 un violento terremoto si abbatté sull’entroterra calabrese fra le province di Crotone e Catanzaro, creando enormi danni e disagi ad una popolazione già stremata dalla monarchia Borbonica, sotto il dominio di Ferdinando II. La forte scossa di magnitudo 6.6 della scala Richter si produsse all’1,15, quindi in piena notte, spezzando il sonno di migliaia di persone, svegliate dal tremendo scuotimento sismico. L’epicentro esatto del sisma viene individuato dall’INGV fra Cutro e San Mauro Marchesato, comuni che subirono gravi danni. Qui l’intensità dell’evento raggiunse il Decimo grado della scala Mercalli, con crolli diffusi, chiese collassate, campanili abbattuti e grosse crepe in molte delle abitazioni rimaste in piedi. Ben 234 le vittime totali del disastro, un migliaio i feriti, molte migliaia di sfollati, i quali fuggirono dai centri colpiti e alloggiarono per mesi in capanne di fortuna, mentre i comuni venivano ricostruiti in insediamenti diversi da quelli originari.

Uno tsunami si abbatté con forza distruttrice sul tratto di costa compreso fra Steccato e Marina di Catanzaro, all’epoca zona paludosa. Si registrarono anche molti fenomeni di liquefazione del terreno. La scossa fu distintamente avvertita in tutta la Calabria, in quasi tutta la Sicilia e a nord in Puglia, Basilicata, senza creare danni.

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