Encelado, la piccola luna ghiacciata di Saturno, mostra tra luci e ombre un altro volto di sé: una nuova immagine scattata dalla sonda Cassini e appena rilasciata dalla NASA immortala il satellite in un passaggio unico dal giorno alla notte.
Nell’immagine Encelado ha il suo polo nord verso l’alto. La linea che segna il confine tra giorno e notte (detta anche terminator) attraversa il satellite diagonalmente: nello stesso momento su Saturno sta per cambiare stagione, e il pianeta si avvicina al suo solstizio d’estate. La parte in luce di Encelado mostra una superficie rugosa apparentemente giovane, senza traccia di antichi crateri.
Si tratta di un punto di vista diverso sul sesto satellite naturale di Saturno: il cambio di stagione, unito alla nuova traiettoria di Cassini, sta progressivamente rivelando nuove porzioni di territorio rispetto al primo arrivo della sonda nel 2004, spiega l’ASI. Questo scatto si unisce all’immensa collezione di una delle più sofisticate navicelle interplanetarie mai costruite, frutto della collaborazione tra NASA, ESA ed ASI.
Lanciata nel 1997 da Cape Canaveral, la missione Cassini-Huygens ha raggiunto Saturno dopo 7 anni di viaggio, durante i quali ha percorso oltre 3.5 miliardi di chilometri, inserendosi in orbita l’1 luglio 2004. Alla vigilia di Natale del 2004 l’orbiter Huygens si è staccato dalla sonda principale per dirigersi verso Titano, il più grande satellite di Saturno, e arrivare in seguito a sfiorare Encelado. Da allora è iniziata un’intensa attività, che ha reso Cassini-Huygens la missione dei record dell’esplorazione di uno dei sistemi planetari più complessi del nostro Sistema solare. Prima di tutto Cassini è la sonda scientifica più capace mai realizzata, con un totale di 12 strumenti, ai quali vanno aggiunti altri 6 a bordo della sonda Huygens. Dal punto di vista tecnico, la missione è un vero prodigio della scienza spaziale dell’ultimo mezzo secolo, a cui l’Italia ha contribuito in modo massiccio. La sonda comunica a Terra grazie a una sofisticata antenna, che è stata fornita da ASI e il cui complesso sistema elettronico rappresenta il cuore delle telecomunicazioni della missione. Sono italiani anche il canale visibile dello spettrometro a immagini VIMS, le unità a radiofrequenza del radar e lo strumento di radioscienza, capace di rivelare l’effetto delle onde gravitazionali e di effettuare misure relativistiche. Infine c’è HASI (Huygens Atmospheric Structure Instrument), un complesso sistema di sensori realizzati in Italia che ha fornito durante la discesa su Titano accurate misure dell’atmosfera. Grazie alla performance di tutti gli strumenti della missione Cassini-Huygens, in questi anni sono state rese possibili scoperte fondamentali su Saturno, sugli anelli e sulle sue lune.
Con il 2016 si è aperto l’ultimo anno di attività di una gloriosa carriera. Cassini ha infatti cominciato la sua ultima danza, effettuando una “coreografia orbitale” che ha lo scopo di inclinarne l’orbita al di fuori del piano degli anelli di Saturno. In attesa del gran finale, previsto a settembre 2017, quando Cassini si tufferà definitivamente nell’atmosfera del grande pianeta ad anelli.