I cambiamenti climatici, causati dal riscaldamento globale, influiscono anche sul Vigneto Italia, con un anticipo medio della fioritura di otto-dieci giorni, e il rischio di produzione di vini più alcolici. La tipicità, però, è salva, grazie a interventi agronomici tra i filari e a un maggior ricorso all’irrigazione. A dichiararlo all’ANSA è Diego Tomasi, direttore del centro di ricerca e la Scuola di Viticoltura ed Enologia di Conegliano. “Il rischio di produrre vini più alcolici – sottolinea l’esperto – non risponderebbe a quel che chiede il mercato oggi. Rischiamo la scomparsa nei bianchi di sentori floreali per una prevalenza di aromi tropicali, o di frutta matura. L’Amarone però è avvantaggiato, con una produzione ottima e vini belli corposi“. In Italia “possiamo datare l’inizio dell’impronta dei cambiamenti climatici dal 1998” spiega Tomasi evidenziando come “da un periodo di fioritura abbreviato e pertanto di un anticipo dell’invaiatura conseguono mediamente vini più alcolici. E in un momento in cui a livello mondiale c’è forte attenzione sugli spumanti, diventa purtroppo più difficile mantenere l’acidità delle uve destinate alla produzione di spumanti, Champagne e Prosecco. In Italia, tuttavia – sottolinea l’esperto – la tipicità dei nostri vini non è stata messa in discussione. Per mantenere la freschezza e l’acidità la viticoltura trentina, ad esempio, ha spinto lo Chardonnay e il rinomato Pinot Nero destinati a base spumante fino a quota 600 metri in Valle di Cembra. In generale, sono state trovate soluzioni agronomiche, cambiando l’orientamento dei filari, rivalutando la pergola, spingendo in altezza la viticoltura, prolungando lo sviluppo vegetativo. Ma ora occorre ragionare sulla regimentazione delle acque per far fronte alle sempre più frequenti precipitazioni, le cosiddette bombe d’acqua. L’irrigazione – continua Tomasi – diventa importante non più per conservare la quantità della raccolta, ma per preservare la qualità“. In conclusione “per far fronte al cambiamento climatico servirà una “genetica di soccorso“.
E anche la Francia sta subendo grossi cambiamenti per quanto riguarda la vendemmia e la specificità dei vigneti. Il Paese d’Oltralpe si è riscaldato di 1,5°C in più nel XX secolo e la salita continua. In sostanza se il trend non si interromperà i vigneti non potranno resistere facilmente.