Realizzare un modello predittivo per capire come si disperdono le ceneri delle eruzioni vulcaniche prendendo come caso studio l’eruzione dell’Etna del 2006: questo l’oggetto della ricerca nata dalla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Pisa e il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa che è stata pubblicata sul ”Journal of Geophysical Research: Solid Earth” e che ha appena conquistato la copertina della newsletter dell’American Geophysical Union, la più grande associazione geofisica al mondo. ”Capire come si disperdono le ceneri nell’aria e a terra è di fondamentale importanza per la sicurezza dei trasporti e non solo – ha spiegato la professoressa Maria Vittoria Salvetti dell’Ateneo pisano – il 24 novembre 2006 l’eruzione dell’Etna provocò infatti il blocco dell’aeroporto di Fontanarossa, il terzo più grande del nostro Paese, che si trova a 48 chilometri di distanza dal vulcano. Ma la cenere vulcanica non riguarda solo il traffico aereo ma anche la salute pubblica e l’agricoltura”. Il processo di dispersione di particelle vulcaniche nell’atmosfera dopo un’eruzione è incredibilmente complesso e caotico a causa del diverso comportamento delle particelle di diverse dimensioni e dell’incertezza nella distribuzione: alcune possono rimanere in aria per pochi minuti, mentre altre possono rimanere in volo per anni, viaggiando migliaia di chilometri in tutto il mondo. ”La ricerca è partita dalla tesi di laurea magistrale in Ingegneria Aerospaziale della dottoressa Federica Pardini che aveva come obiettivo la quantificazione dell’incertezza nel processo di dispersione di cenere vulcanica nell’atmosfera – ha sottolineato la professoressa Salvetti – ed è questo un ulteriore motivo di orgoglio per tutto il gruppo di ricerca che al dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale si occupa di fluido-dinamica”.
Etna: uno studio indaga sulle ceneri vulcaniche e la loro dispersione
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