Dopo il lancio e l’acquisizione del segnale da parte della base ASI di Malindi, il viaggio di ExoMars è ufficialmente iniziato. Ora la sonda ha davanti a sé circa 500 milioni di chilometri da percorrere prima di arrivare su Marte e far atterrare sulla sua superficie il modulo Schiaparelli: l’appuntamento è tra sette mesi, il 19 ottobre.
Il primo step importante che la missione dovrà affrontare sarà il check di tutta la strumentazione del Trace Gas Orbiter (TGO) e del lander: operazioni in agenda per la seconda settimana di aprile. Successivamente, tra luglio e agosto, verranno effettuate una serie di manovre per correggere la traiettoria della sonda: il ‘big burn’ – ovvero la massima accensione dei motori in vista dell’arrivo su Marte – è fissato per il 28 luglio.
A settembre, poi, si entrerà nel vivo della missione con i test di navigazione, mentre il 9 ottobre inizierà il controllo da parte del team della missione 24 ore su 24 in attesa della separazione di Schiaparelli una settimana dopo, il 16.
Il 17 ottobre il Trace Gas Orbiter inizierà dunque ad allontanarsi in vista del momento clou, l’atterraggio del lander. Schiaparelli, protetto da uno scudo termico in grado di reggere temperature fino a 6000 gradi, punterà verso il suolo marziano ad una velocità stimata di 25.000 chilometri orari e sarà frenato dall’entrata in atmosfera. A questo punto, a partire da dicembre, ci saranno alcune importanti manovre riguardanti il TGO che culmineranno il 17 gennaio con il cambio dell’inclinazione dell’orbita.
L’orbiter – spiega l’ASI – sarà impegnato durante gran parte del 2017, nello specifico fino a novembre, nelle operazioni di frenata e rallentamento che modificheranno la sua orbita da ellittica a circolare: si fermerà solo l’11 luglio per un mese a causa della posizione del Sole che non favorirà le comunicazioni tra Terra e Marte.
A dicembre TGO inizierà la complessa fase di elaborazione dei dati per poter preparare al meglio l’atterraggio di ExoMars 2018: l’orbiter continuerà a fornire informazioni alla seconda parte della missione europea su Marte fino al 2022.
Scienza e Tecnologia italiana a bordo
Oltre ad avere la leadership principale di entrambe le missioni, l’Italia ha la responsabilità complessiva di sistema e quella diretta dello sviluppo di Schiaparelli, del trapano che preleverà campioni di terreno marziano spingendosi fino a due metri di profondità durante la missione del 2018 e del centro di controllo da cui il robot verrà operato Rover Operation Control Center(ROCC), di ALTEC a Torino.
Per quanto riguarda il il contributo scientifico sono quattro gli strumenti selezionati da ESA con guida italiana i cui compiti spaziano dall’analisi dell’atmosfera a quella dell’evoluzione geologica del Pianeta Rosso.
DREAMS (Dust characterization, Risk assessment and Environment Analyser on the Martian Surface) composto da una serie di sensori in grado di misurare la direzione e la velocità dei venti, l’umidità atmosferica, la pressione, la temperatura della superficie, la trasparenza dell’atmosfera e i campi elettrici atmosferici; AMELIA (Atmospheric Mars Entry and Landing Investigation and Analysisfornirà un modello dell’atmosfera marziana impiegando i dati raccolti da Schiaparelli durante la discesa; MA_MISS (Mars Multispectral Imager for Subsurface Studies) uno spettrometro posto all’interno del trapano a bordo del rover di ExoMars 2018 che avrà il compito di analizzare i cambiamenti geologici e biologici di Marte; INRRI (INstrument for landing-Roving laser Retroreflector Investigations) un microriflettore laser e infine CaSSIS, una camera stereoscopica per riprese tridimensionali della superficie marziana.