Oltre 160 mila vite di migranti salvate, 366 scafisti consegnati all’autorità giudiziaria: è in cifre il risultato dell’attività della Marina Militare in Mare Nostrum e che, a un anno e mezzo dalla sua conclusione (31 ottobre 2014), viene ricordato. Ed è anche la motivazione per cui l’Istituzione al merito umanitario, con sede a Barcellona, ha voluto riconoscere alla stessa Marina e al Corpo delle Capitanerie di Porto il suo più alto riconoscimento: la Gran Croce al merito e diritto umanitario. A consegnarla, nel corso di una cerimonia nella biblioteca di Palazzo Marina, il principe di Capadocia e San Bartolomeo, Don Rafael Andujar y Vilches e il dottor Roberto Schiavone di Favignana, rispettivamente gran cancelliere e presidente della delegazione per l’Italia e l’Europa dell’Est dell’Istituzione. “Un atto dovuto – hanno tenuto a sottolineare i rappresentanti dell’Istituzione – per quanto fatto. Un riconoscimento da parte di una piccola organizzazione senza scopo di lucro per un grande gesto al quale andrebbe il Premio Nobel”.
Il riconoscimento onorifico internazionale promosso dal Merito umanitario nel 1999 per celebrare e premiare chi si è distinto per il sentimento di generosità e di amore per altri, sono stati ritirati dal sottocapo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Claudio Gaudiosi, che ha ricordato come “la Marina non lascia indietro nessuno e malgrado Mare Nostrum sia conclusa sta continuando a operare con Mare Sicuro”. Per il corpo delle Capitanerie ha ritirato la Gran Croce il Comandante Generale, l’ammiraglio ispettore Vincenzo Melone. Sono oltre tremila le personalità insignite con il riconoscimento onorifico Internazionale del Merito umanitario, tra gli altri il Dalai Lama e Rita Levi di Montalcini.