Tutti ricorderanno l’impresa titanica compiuta dall’alpinista bergamasco Simone Moro che fu il primo al mondo a salire d’inverno sulla montagna pachistana del Nanga Parbat (8.126 metri). All’Ansa rilascia un’intervista dell’ultima sua missione condivisa con lo spagnolo Alex Txicon, col basco Alì Sadpara e con Tamar Lunger.
“L’ho sentito fin dal primo giorno che ce l’avrei fatta, avevo una grande spinta dentro, mi sono massacrato la schiena e allenato come se dovessi fare le Olimpiadi…”, ha dichiarato.
“E’ proprio vero che quando hai un sogno grande – spiega – nulla ti può fermare e così è stato. L’insegnamento che ne ho tratto è che non bisogna mai credere nell’esistenza dell’impossibile”.
Domani il valoroso alpinista farà ritorno in Italia dove lo attenderanno tutti coloro che lo hanno supportato in questi giorni:“Prima di noi – racconta Moro che oggi ha tenuto una conferenza stampa a Islamabad – ci sono stati negli ultimi tre o quattro decenni circa trenta tentativi di alpinisti che sono tra i migliori al mondo”.
Per Moro questo è infatti stato il terzo tentativo:”Il problema dell’inverno è proprio questo, che devi aspettare in una tenda per giorni e giorni a temperature di meno 20 gradi o oltre in attesa di una finestra di bel tempo che può non arrivare mai”.
Per ultimare l’impresa “Non ho voluto neppure usare gli scarponi con la suola riscaldata e per questo non ho ancora ripreso del tutto la sensibilità di alcune dita dei piedi”.
“Tra un mese – conclude – sarò a Kathmandu per le pratiche burocratiche. Mi piacerebbe tanto da italiano pilotare un elicottero italiano e spero che questa impresa mi aiuti a realizzare questo sogno”.