La lunga caccia alla vita su Marte: tante domande a cui rispondere

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La missione ExoMars ha preso il via ufficialmente alle 10:31 di questa mattina e molti sono gli interrogativi ai quali si propone di rispondere, ad esempio l’origine delle tracce di metano presenti nell’atmosfera del pianeta, la cui fonte più essere biologica e/o geologica. Tra le varie tappe che hanno promosso la discussione scientifica a riguardo, possiamo ricordare:

  • il meteorite marziano Allan Hills 84001 (ALH84001), scoperto nel 1984 in Antartide, nel 1996 ha scatenato un acceso dibattito sulla presenza o meno di prove della vita su Marte;
  • nel 2005, i dati raccolti dallo strumento italiano “Planetary Fourier Spectrometer” a bordo della sonda europea Mars Express segnalavano la presenza di formaldeide, un prodotto dell’ossidazione del metano dalla vita media di 7,5 giorni;
  • nel 2007 è stato nuovamente analizzato il meteorite marziano Allan Hills 84001 (ALH84001) e i nuovi dati indicavano che i composti organici a base di carbonio e idrogeno si sono formati molto precocemente;
  • nel 2009 una ricerca italiana aveva ipotizzato che le piccole sfere scoperte nell’area Meridiani Planum fossero resti di antiche forme di vita;
  • nel 2011 arriva sul pianeta Curiosity, il robot laboratorio della NASA, che dal 2011 sta esplorando il cratere Gale, il quale in passato era un lago in grado di ospitare microrganismi che ottenevano dai minerali l’energia necessaria per vivere;
  • nel 2012 Curiosity ha fornito la prova che in un lontano passato su Marte scorrevano fiumi e nel 2015 ha dimostrato che l’acqua (stagionalmente) scorre ancora sul pianeta;
  • nel 2013 le analisi di un meteorite, Yamato 000593 (Y000593), caduto in Antartide 50.000 anni fa, hanno mostrato caratteristiche che suggeriscono la possibilità che forme di vita elementari possano essere esistite su Marte centinaia di milioni di anni fa.
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