La pizza italiana candidata a patrimonio dell’umanità: adesso servono 100mila firme

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La pizza napoletana sarà l’unica candidatura Italiana nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità Unesco. A deciderlo è staat la Commissione nazionale italiana per l’Unesco su proposta del Ministero dell’Agricoltura e con il sostegno del Ministero degli Esteri, dell’Universita’, dell’Ambiente, dell’Economia. Il prodotto italiano per eccellenza è stato scelto perché “rappresenta l’Italia in tutto il mondo“. “Proseguiamo a valorizzare il made in Italy dopo il grande successo di Expo” commenta il ministro Maurizio Martina. “Fino ad ora mai l’Unesco ha iscritto una tradizione connessa ad una produzione alimentare” ha il curatore legale del dossier Pierluigi Petrillo, il quale dovrà presentare le motivazioni che saranno poi valutate dall’Unesco nel 2017. Per la Commissione designatrice “l’arte dei pizzaiuoli ha svolto una funzione di riscatto sociale, elemento identitario di un popolo, non solo quello napoletano, ma quello dell’Italia. E’ un marchio di italianità nel mondo”.

La candidatura della pizza a patrimonio immateriale dell’umanità tutela un settore che vale 10 miliardi di euro, ma soprattutto un simbolo dell’identità nazionale“. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo in riferimento alla riferimento della candidatura “dell’arte dei pizzaioli di Napoli” come patrimonio dell’umanità. “Con questo importante risultato abbiamo deciso – ha sottolineato Moncalvo – una mobilitazione straordinaria nel weekend per raccogliere le firme nei mercati di Campagna Amica lungo tutta la Penisola per raggiungere l’obiettivo di un milione di firme da presentare il 14 marzo a Parigi dove si incontrerà la Commissione internazionale per valutare l’ingresso nella ‘Lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità’. Sono almeno 100 mila i lavoratori fissi nel settore della pizza ai quali – sottolinea la Coldiretti – se ne aggiungono altri 50 mila nel fine settimana, secondo i dati dell’Accademia Pizzaioli. Non è un caso che oggi il 39% degli italiani ritiene che la pizza sia il simbolo culinario dell’Italia secondo un sondaggio del sito www.coldiretti.it e che la pizza sia la parola italiana più conosciuta all’estero con l’8 per cento, seguita dal cappuccino (7 per cento), dagli spaghetti (7 per cento) e dall’espresso (6 per cento), secondo un sondaggio on line della Società Dante Alighieri. Ogni giorno solo in Italia si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo all’anno anche se – spiega ancora la Coldiretti – i maggiori ‘mangiatori’ sono diventati gli Stati Uniti che fanno registrare il record mondiale dei consumi con una media di 13 chili per persona all’anno, quasi il doppio di quella degli italiani che si collocano al secondo posto con una media di 7,6 chili a testa. Una domanda che nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio da lavoro complessivamente ad oltre 150mila persone”.

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