Le grandi nevicate di oggi al Nord/Ovest provocate da un’estesa squall line proveniente dal mar Ligure

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Marzo è appena iniziato, ed ecco che ci regala le prime sorprese. Proprio stamattina, a dispetto delle previsioni, la neve si è spinta fino a quote prossime al piano fra il Piemonte e l’estremo nord della Lombardia, con spettacolari rovesci nevosi, localmente accompagnati da fulmini, tuoni e colpi di vento, che hanno imbiancato diverse città piemontesi, da Alessandria fino a Torino e a Vercelli. Queste nevicate che un po’ a sorpresa hanno imbiancato buona parte del Piemonte, inclusa la stessa Torino, e i fondovalle di Lombardia e Trentino Alto Adige, mentre sul resto del nord, a poca distanza, pioveva con soli +6°C +7°C (come a Milano), sono state provocate dall’ulteriore abbassamento di latitudine della saccatura di origine artica, scesa sulla Francia.

LaPresse/Federico Bernini
LaPresse/Federico Bernini

Lo sfondamento del nucleo di aria molto fredda in quota, d’estrazione polare marittima, sulle regioni settentrionali, ha instabilizzato ulteriormente la colonna d’aria fra il Piemonte e la Lombardia più occidentale, dando luogo a dei temporali e a rovesci nevosi che sono stati in grado di spingersi fino a quote pianeggiati lungo la pianura piemontese. Come da previsione, scivolando in direzione del Mediterraneo centro-occidentale, si è accompagnata nei bassi strati ad un sistema frontale, a prevalente carattere freddo, che si è spostato in direzione delle nostre regioni settentrionali e della Corsica.

imagesLungo il ramo ascendente di questa saccatura a carattere freddo, in spostamento verso le nostre regioni settentrionali e la Sardegna, si è attivato un intenso richiamo caldo pre-frontale da S-SE e Sud, con una sostenuta, a tratti anche intensa, ventilazione dai quadranti meridionali che dalla Tunisia ha risalito molto velocemente tutto il Tirreno, raggiungendo le nostre regioni più settentrionali, con una marcata avvezione di umidità nei medi e bassi strati che ha portato precipitazioni a carattere diffuso in gran parte del nord e fra la Liguria e la Toscana.

EUMETSAT_MSG_RGB-naturalcolor-westernEuropeL’aria calda pre-frontale che precedeva il fronte freddo, in avanzamento sul Mediterraneo centro-occidentale, nel frattempo è andata ad interagire con l’aria più fredda, di tipo polare marittima, che cominciava a circolare fra le Baleari e i mari ad ovest della Sardegna. L’interazione fra le masse d’aria molto diverse fra loro, per temperature, direzione e stato igrometrico, ha instaurato una vasta “banda baroclina” che dalla Sardegna si è estesa fino alla Liguria, il Piemonte e la Lombardia, causando forte maltempo, con condizioni di spiccata instabilità atmosferica, a cui si sono associate piogge a carattere diffuso, rovesci e temporali che hanno rapidamente scavalcato l’Appennino Ligure, sfondando verso il Piemonte.

arona 01Proprio in mattinata, con l’avvento delle precipitazioni più forti correlate al sistema frontale a carattere freddo che ha appena varcato le Alpi, la quota dello “zero termico”, prima attestata sui 500 metri, si è abbassata ulteriormente, portandosi a ridosso del piano. Specie sul Piemonte, dove l’avanzata dal mar di Corsica e dal mar Ligure di una estesa linea temporalesca frontale ha dato luogo a veri e propri rovesci e temporali di neve che hanno imbiancato tutto il Piemonte meridionale e centrale, spingendosi fino al vercellese.

NEVE LAGO MAGGIORE 5 MARZO 2016 (17)L’intensità delle precipitazioni convettive sfornate dalla linea temporalesca, che risaliva direttamente dal mar Ligure, ha fatto sì che nevicasse in modo anche fitto nonostante le temperature di appena +2°C +1°C. In questo caso, più che le termiche, le precipitazioni di carattere moderato/forte sono risultate determinanti nel favorire l’ulteriore calo della quota dello “zero termico”, rendendo queste prevalentemente nevose fino al piano su buona parte del territorio piemontese.

NEVE LAGO MAGGIORE 5 MARZO 2016 (20)Il crollo dei geopotenziali ha contribuito a far calare ulteriormente la superficie di riferimento delle isoterme, rendendola più bassa di quanto normalmente stabilito, enfatizzando l’effetto del raffreddamento nei bassi strati indotto dalle stesse precipitazioni. In qualche caso, come nell’alessandrino, cuneese, vercellese e torinese, si sono visti fenomeni a tratti intensi, ma di breve durata, risultati più che sufficienti per assicurare un accumulo di neve molto bagnata sul terreno, nonostante le temperature sui +1°C e l’umidità relativa elevatissima, fra il 90% e il 100%.

savonaForti nevicate hanno colpito pure le Alpi occidentali e i rilievi prealpini fra Piemonte e Lombardia, dove in tarda mattinata sono giunti i resti dell’estesa linea temporalesca, in risalita dalla Liguria. In riva al lago di Como la “dama bianca”, sotto i rovesci, è riuscita a spingersi fin sotto i 200 metri, imbiancando diverse località tra il comasco e il varesotto.

aronaLe abbondanti nevicate che hanno interessato i fondovalle alpini, fino al confine con la Svizzera, invece sono state favorite dal raffreddamento del singole vallate, nelle ore precedenti all’arrivo di questo sistema frontale a prevalente carattere freddo. Ciò spiega perché su alcune vallate la neve è giunta senza grossi problemi, mentre in altre è venuta giù mista alla pioggia. Discorso a parte va fatto per il versante meridionale delle Alpi che finalmente torna a riempirsi di tanta neve fresca, con accumuli anche piuttosto abbondanti in quota. Neve abbondante che purtroppo accentuerà pure il rischio valanghe nei prossimi giorni, visto la notevole instabilità del manto nevoso. Per cui è raccomandata la massima prudenza.

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