Ondata di gelo fra i Paesi Baltici, Russia e Ucraina: atteso tracollo termico e intense nevicate

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Dopo i primi tepori primaverili dei giorni scorsi la Russia, assieme a parte della Scandinavia, la Finlandia, le Repubbliche Baltiche e i paesi dell’Europa orientale, si preparano al ritorno dell’inverno, per l’arrivo di una ondata di gelo in discesa direttamente dalla Calotta polare. Addirittura, nel corso del weekend, la quota dello “zero termico” raggiungerà il piano fino alla Russia meridionale, la Bielorussia e l’Ucraina, dove si prevedono nevicate significative, capaci di lasciare accumuli al suolo. In particolare nelle aree a nord del bacino del Volga e nella regione degli Urali, dove si verificheranno anche veri e propri rovesci di neve, agevolati dalle temperature, largamente inferiori ai +0°C.

11221823_10206945736555498_4708428478776292433_nQuesta nuova ondata di freddo, pronta a gettarsi fino al cuore del bassopiano Sarmatico, è causata dall’isolamento di un promontorio anticiclonico di blocco, che mantiene i propri massimi barici al traverso delle Isole Britanniche e del basso mar di Norvegia. Questa struttura anticiclonica, da giorni persistente fra Scandinavia e l’Atlantico, caratterizzata da elevati valori di geopotenziale in quota, costringe il ramo principale del “getto polare” a spingersi sopra i 60° di latitudine nord, fin sul mar di Barents, per poi aggirare a nord l’ostacolo anticiclonico, deflettendo successivamente verso sud-est, al traverso della Scandinavia, con un ramo meridianizzato che si prolunga fino al Baltico, la Polonia, la Bielorussia e l’Ucraina, fino al bassopiano Sarmatico.

La presenza di questo ramo discendente del “getto polare”, che dal mare di Barents, dopo aver attraversato la penisola Scandinava, si propagherà fino al Baltico, la Polonia, la Bielorussia, l’Ucraina e il sud della Russia, andrà ad alimentare una saccatura artica, che dal mare di Barents si protende in direzione della Russia centro-meridionale, allungandola ulteriormente, permettendo il conseguente ingresso di masse d’aria molto fredde, per non dire gelide in quota, di diretta estrazione artica (facenti capo alla circolazione del vortice polare in azione sul mar Glaciale Artico).

Queste affluendo a tutte le quote tendono a scivolare lungo il margine orientale del promontorio anticiclonico da giorni insistente fra la penisola Scandinava e le Isole Britanniche, sotto una sostenuta, a tratti pure intensa, ventilazione da NO e N-NO, che dal mare di Barents dilagherà verso la Lapponia, il Golfo di Botnia, la Finlandia, le Repubbliche Baltiche e le vaste pianure sarmatiche, determinando un brusco calo termico, oltre che una significativa destabilizzazione atmosferica, esacerbata proprio dall’affondo meridiano del ramo principale del “getto polare”, fino all’Ucraina e alla Russia meridionale, che incrementerà l’avvezione di vorticità positiva sull’intero territorio russo. All’interno della saccatura, che nella giornata di domani estenderà la propria base fino al Kazakistan occidentale, a seguito della sensibile intensificazione della vorticità positiva in quota s’innescherà una ciclogenesi (per effetto “sottovento” al ramo discendente del “getto polare”), interamente riempita da aria molto fredda e pesante, di diretta estrazione artica.

Si notano i due fronti freddi secondari che precedono l’ondata di gelo pronta a versarsi fra il Baltico e la Russia

Questo vortice ciclonico, colmo di aria molto fredda, per non dire gelida, dopo essersi chiuso all’interno dell’asse di saccatura si andrà a collocare a ridosso del nord degli Urali e il settore più settentrionale del bassopiano della Siberia occidentale, con un profondo minimo barico al suolo che scivolerà al di sotto dei 975 hpa. L’isolamento e il conseguente approfondimento di questa vasta depressione extratropicale a carattere freddo, interamente riempita da aria gelida di origine artica in costante invorticamento, determinerà una notevole compressione del “gradiente barico orizzontale” fra il robusto promontorio anticiclonico insistente sulle Isole Britanniche e la suddetta giovane ciclogenesi.

Quest’ultima si posizionerà sul settore più settentrionale del bassopiano della Siberia occidentale, contribuendo ad accelerare la circolazione dei venti dai quadranti settentrionali, che dal mar di Barents si riversano in direzione del Golfo di Botnia, la Finlandia, le Repubbliche Baltiche, estendendosi alle vaste pianure sarmatiche per poi sfondare fino alle alture del Volga e alla steppa dei Chirghisi, nel Kazakistan occidentale, dove l’affondo freddo sfogherà sotto forma di una impetuosa ventilazione da O-NO e Ovest, con raffiche capaci di toccare e oltrepassare gli 80-90 km/h lungo la steppa kazaca, ad ovest di Karaganda.

Tale processo darà vigore all’avvezione fredda, che fra le giornate di sabato e domenica, estenderà i propri effetti su gran parte della Russia europea, alle Finlandia, le Repubbliche Baltiche, la Bielorussia e l’Ucraina, determinando un forte calo termico, con il rinforzo sensibile della ventilazione da NO e O-NO, più da Ovest sul Kazakistan occidentale dove si toccheranno picchi di oltre i 70-80 km/h, e l’avvento di nevicate a carattere sparso fino al piano in diverse città della Russia europea, in particolare lungo la regione del bacino del Volga.

L’ondata di gelo, pronta a versarsi sui Paesi Baltici e la Russia, dove sfonderanno le isoterme di -17°C -18°C a 850 hpa (circa 1100 metri), nel corso delle prossime ore sarà preceduta dalla discesa di ben due i fronti freddi secondari, attualmente attestati fra la Lapponia e la Finlandia, ognuno dei quali trasporta un carico di aria gelida direttamente proveniente dalla Calotta polare.

In queste ore la discesa dei due fronti freddi secondari, apripista all’ondata di gelo diretta verso la Russia, stanno dando origine a delle nevicate di debole e moderata intensità fra la Lapponia, il sud della Finlandia e sul nord della Carelia, dove nevica con temperature scese al di sotto dei -6°C -8°C e una moderata e gelida ventilazione da N-NO e NO.

Nel corso della giornata odierna i due fronti freddi secondari dalla Finlandia scivoleranno molto rapidamente sulle Repubbliche Baltiche, la Bielorussia e dalla serata pure sul nord dell’Ucraina, causando delle nevicate sparse, a tratti anche intense e accompagnate dall’irrompere di una gelida e sostenuta ventilazione da NO e N-NO che potrà raggiungere picchi di 40-50 km/h, localmente anche 60 km/h lungo le coste più esposte di Estonia, Lettonia e Lituania.

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La neve in giornata tornerà ad imbiancare molte città, fra cui Tallin, Riga, Vilnius, San Pietroburgo, Minsk e dalla serata pure Kiev, dove le temperature piomberanno di colpo al di sotto dei +0°C. Domani le masse d’aria molto fredde, di origini artiche, cominciando a scivolare sul bassopiano Sarmatico e l’area degli Urali tenderanno a scalfire lo strato di aria più mite che nel frattempo si era depositato nei pressi del suolo, dando origine a delle turbolenze che agevoleranno lo sviluppo di annuvolamenti a prevalente carattere cumuliforme.

Questi annuvolamenti cumuliformi, sviluppandosi nel pieno dell’avvezione fredda a attiva a tutte le quote, riusciranno a dare la stura a nevicate e deboli rovesci di neve in diverse località della Russia europea orientale e degli Urali, dove i termometri scenderanno di poco sotto la soglia dei +0°C.

Entro sabato pomeriggio la neve tornerà ad imbiancare città come Mosca, Samara, Kazan, Simbirsk e probabilmente pure Uralsk, nell’estremo settore del Kazakistan nord-occidentale. Le nevicate più intense sono attese proprio sulla Russia centro-meridionale e nell’area a sud della regione del Volga, dove il passaggio dell’esteso fronte freddo produrrà fenomeni davvero intensi e persistenti, anche sotto forma di rovesci nevosi che accompagneranno il forte calo termico.

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