Molta soddisfazione tra i ricercatori che partecipano all’esperimento LHCb al Cern di Ginevra per i nuovi risultati annunciati alla conferenza Rencontres de Moriond, dedicata alle Electroweak Interactions and Unified Theories, che si è appena conclusa. La Collaborazione LHCb, riferisce l’Infn, ha infatti annunciato due nuovi record di precisione nelle misure di alcuni parametri, che permettono di migliorare la comprensione del Modello Standard, la teoria che descrive le particelle elementari e le forze fondamentali che si esercitano tra di esse. L’esperimento LHCb è dedicato alla comprensione dei meccanismi che hanno portato alla scomparsa dell’antimateria prodotta nel Big Bang. “Misurando con grande precisione le piccole differenze nei decadimenti di particelle e antiparticelle prodotte nelle collisioni tra protoni all’Lhc si può capire perché dopo il Big Bang l’antimateria è scomparsa, permettendo alla materia sopravvissuta di formare tutto ciò che vediamo intorno a noi: dalle stelle alle galassie, dalla Terra a tutte le forme di vita presenti sul Pianeta” evidenzia l’Infn. Il record ottenuto al Cern da LHCb è relativo a due parametri fondamentali della cosiddetta matrice Cabibbo-Kobayashi-Maskawa (Ckm), ottenute dall’analisi di decadimenti dei mesoni B sui dati del Run 1. “La componente italiana della Collaborazione, coordinata dall’Infn, ha dato un contributo determinante alle analisi svolte” sottolinea l’Isituto Nazionale di Fisica Nucleare. “L’analisi dei dati del Run 2 permetterà di verificare con precisione ancora maggiore il Modello Standard ed, eventualmente, di evidenziare l’effetto di processi dovuti a nuova fisica oltre il Modello Standard“.