E’ stato identificato un muscolo che potrebbe avere uno scopo terapeutico per la Sclerosi laterale amiotrofica. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista PNAS e nasce dalla collaborazione fra Università Sapienza, Fondazione Ri.MED, IRCCS San Raffaele Pisana e l’Università della California. ”L’approccio proposto – afferma Pierangelo Cifelli, uno degli autori dello studio – è potenzialmente rivoluzionario, perché apre la strada alla ricerca di cure a livello muscolare e non necessariamente neuronale”. La Sla è una malattia neurodegenerativa progressiva che riguarda i motoneuroni provocando una paralisi progressiva e irreversibile della muscolatura. A sua volte si ha una perdita della capacità di deglutizione, articolazione della parola e controllo dei muscoli scheletrici fino ad arrivare alla compromissione dei muscoli respiratori e al blocco respiratorio.
Durante lo studio sono stati analizzati presso il Policlinico Umberto I di Roma 76 pazienti affetti da Sla e 17 pazienti con altre patologie. Durante gli esperimenti è stata utilizzata una tecnica innovativa basata sul microtrapianto di membrane muscolari ottenute da biopsie effettuate da muscoli di pazienti Sla. Durante l’utilizzo di alcune tecniche elettrofisiologiche, è stato possibile studiare le correnti dovute all’attivazione dei recettori muscolari e gli effetti di un endocannabinoide. L’ipotesi era che molto probabilmente il PEA potesse potenziare l’attività dei muscoli come quelli respiratori. I risultati raggiunti hanno dimostrato come il PEA sia in grado di determinare un miglioramento della performance respiratoria. I risultati, affermano i ricercatori, ”rafforzano quindi l’ipotesi che il muscolo partecipi all’evoluzione della Sla, indicandolo come possibile nuovo target terapeutico e suggerendo la necessità di ricercare anche nel muscolo, e non solo nei motoneuroni, i biomarkers patologici nella fase pre-sintomatica di malattia”.