”Io, se fossi governatore, mi preoccuperei di più della depurazione e delle discariche, dove ci sono delle infrazioni Ue e ho dovuto commissariare”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti spiega il suo parere in merito al referendum sulle trivelle, a Corriere.it. ”Oggi – continua Galletti – dati scientifici che provano che le trivelle fanno male alla costa non ce ne sono. Se continuiamo a far passare l’idea che l’ambiente è contro lo sviluppo noi non faremo mai il bene dell’ambiente. Dobbiamo convincere le imprese a portare avanti uno sviluppo compatibile con l’ambiente: chi prima capisce questo avrà più opportunità economiche, chi lo capisce dopo sarà fuori dal mercato”.
”Io non ho deciso se andrò a votare. Sicuramente se andrò a votare voterò ‘no‘. Con il referendum – spiega ancora Galletti – si affronta il problema delle trivelle con l’ideologia, invece io dico di affrontarlo dal punto di vista scientifico”. Per Galletti serve abbandonare il petrolio raggiungendo lo ”sviluppo sostenibile. Ma abbiamo ancora un’economia che va per il 90% con il petrolio, e se non lo trivelliamo noi lo dobbiamo a andare a prendere altrove. Oltretutto noi in Europa abbiamo la normativa più stringente”, perché ”oltre al principio di precauzione abbiamo applicato anche il principio di prudenza. Mi fa ridere che noi citiamo sempre i Paesi più verdi, tipo Norvegia, Svezia, Gran Bretagna, che poi sono quelli che trivellano di più”. ”Perché dire di ‘no’ al quesito referendario – continua Galletti – stiamo parlando di una cosa minima” che ”avrebbe come risultato finale di diminuire gli investimenti di chi ha la concessione”, e questo ”con un maggior pericolo per l’ambiente. Per questo dico che è puramente ideologico: perché vuol far credere alle gente che ‘o sei per le trivelle o sei contro le trivelle’. Un po’ quello che è successo con l’acqua pubblica’‘.