I progressi fatti a livello globale nella lotta alla tubercolosi hanno permesso di salvare 43 milioni di vite dal 2000 al 2014, ma la malattia uccide ancora 1,5 milioni di persone all’anno e resta la malattia infettiva più letale insieme all’Hiv/aids. E’ quanto dichiarato oggi dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha chiesto una vasta mobilitazione. Serve una maggiore collaborazione di governi, partner della società civile, comunità, ricercatori, settore privato e agenzie di sviluppo e maggiori finanziamenti per la messa in atto dei programmi e la ricerca, ha detto Mario Raviglione, direttore del programma globale sulla Tubercolosi dell’Oms. Globalmente 8 miliardi di dollari all’anno sono necessari per fornire una risposta alla tubercolosi nei Paesi a medio e basso reddito. L’obiettivo dell’Oms è di ridurre la mortalità della tubercolosi del 90% ed il numero di nuovi casi dell’80% tra il 2015 ed il 2030.
L’Unitad, ovvero l’organizzazione creata nel 2006 da Brasile, Cile, Francia, Norvegia e Regno Unito per affrontare il tema della salute in modo innovativo, ha annunciato che investirà nei prossimi anni per aumantare l’accesso a migliori e brevi trattamenti contro la tubercolosi resistente ai farmaci, e anche nel settore dei trattamenti più adeguati per i bambini, come nelle terapie preventive per le popolazioni più a rischio.